Nuovi colpi di scena sul caso Garlasco
. L’ultima puntata di Quarto Grado, in onda il 25 luglio 2025 su Rete 4, ha riacceso i riflettori sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. A distanza di quasi vent’anni, la vicenda non smette di dividere e sorprendere. Stavolta, le tensioni in studio e un servizio esclusivo con immagini inedite hanno alimentato ulteriori dubbi: la discussione si è concentrata sull’ormai celebre impronta 33, sul profilo genetico di “Ignoto 3” e sul rischio di contaminazioni durante l’autopsia.
In esclusiva a #Quartogrado le foto della sala in cui è stata svolta l’autopsia su Chiara Poggi pic.twitter.com/gFrytEWlCH
— Quarto Grado (@QuartoGrado) July 25, 2025
L’impronta 33 e le ricostruzioni contestate
Il focus iniziale è stato sull’impronta 33, che per i consulenti della Procura apparterrebbe ad Andrea Sempio, oggi unico indagato. Ma la difesa di Alberto Stasi insiste: quella traccia, secondo una nuova perizia, sarebbe intrisa di sudore e sangue, e dunque potrebbe essere stata lasciata dall’assassino. Il giornalista Umberto Brindani è stato netto: «Se quell’impronta è autentica, chi l’ha lasciata è il killer». Immediata la replica dell’ex comandante dei Ris Luciano Garofano: «Si tratta di una sperimentazione di parte, senza basi scientifiche solide».
“Chi dice che è contaminazione, sbaglia. Stasi è dentro sulla base di asserite prove scientifiche”
Le dichiarazioni di Giada Bocellari, difesa di Alberto Stasi #Quartogrado pic.twitter.com/TZj32071LH
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Il dibattito si è acceso ulteriormente quando si è parlato dei rilievi con il manichino per ricostruire la posizione dell’aggressore. Per i legali di Stasi, le prove dimostrerebbero una dinamica “innaturale”, ma Garofano ha ribattuto con decisione: «Non ci sono impronte di sangue sui gradini, quella ricostruzione è forzata».