giovedì, Agosto 21

Sabotaggio Nord Stream, arrestato in Italia il presunto responsabile

A renderlo noto sono stati i pubblici ministeri tedeschi, che hanno confermato la cattura dell’uomo grazie a una stretta collaborazione internazionale.

 

L’operazione è stata condotta nella provincia di Rimini, dove la polizia italiana ha individuato e bloccato il sospettato.

 

Un cittadino ucraino, ritenuto coinvolto nelle esplosioni che nel 2022 danneggiarono gravemente i gasdotti Nord Stream, è stato arrestato in Italia

Secondo le autorità, la situazione è definita “critica” e richiede un monitoraggio costante. Per garantire la sicurezza, è stato convocato il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile, mentre i cittadini e i turisti presenti nella zona sono stati invitati a muoversi solo in caso di necessità, ad evitare le aree a rischio e a controllare eventuali danni agli edifici sotterranei.

L’arresto del presunto sabotatore dei gasdotti

Il sospettato, identificato come Serhii K., è stato fermato nella notte del 21 agosto dai Carabinieri di Misano Adriatico. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un mandato di arresto europeo emesso il 18 agosto dalla Procura federale tedesca.

L’operazione non è stata improvvisata: il fermo è stato possibile grazie alla collaborazione tra le forze italiane e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che da tempo seguiva i movimenti del sospettato.

Secondo le indagini preliminari, Serhii K. e alcuni complici avrebbero noleggiato uno yacht in Germania, utilizzando documenti falsi, e sarebbero partiti dal porto di Rostock, sulla costa nord-orientale del Paese. Da lì sarebbe iniziata la missione che ha portato al sabotaggio delle condotte sottomarine.

Le esplosioni del 2022: un atto mai rivendicato

Gli attacchi ai gasdotti Nord Stream, avvenuti nel settembre 2022, sono stati subito considerati un vero e proprio atto di sabotaggio internazionale. Nessun gruppo o Stato ha mai rivendicato ufficialmente l’operazione, lasciando spazio a numerose ipotesi e accuse reciproche.

Per molti osservatori, l’esplosione rappresentò un punto di svolta nella guerra in Ucraina. Non solo perché indebolì uno dei principali collegamenti energetici tra Russia ed Europa, ma anche perché contribuì ad acuire la già grave crisi energetica europea.

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