giovedì, Agosto 21

Dazi, c’è l’accordo USA-Europa: tutti i dettagli

Cosa prevede l’accordo

Dopo settimane di trattative, Unione europea e Stati Uniti hanno formalizzato l’intesa sui dazi concordata a fine luglio in Scozia. Sulla “vasta maggioranza” dell’export UE verso gli USA si applicherà d’ora in poi un tetto tariffario del 15%, definito all inclusive: eventuali precedenti dazi, compresi quelli derivanti dalla clausola della nazione più favorita, sono assorbiti entro questo livello. Tra i beni coperti rientrano anche comparti strategici europei come auto, farmaci, semiconduttori e legnami. Le parti lavoreranno inoltre a quote massime per acciaio e alluminio per proteggere le rispettive economie dalla sovra-capacità.

Cosa cede e cosa compra l’Europa

In cambio, l’UE rinuncia a controdazi, rimuove le tariffe su tutti i beni industriali USA e amplia l’accesso al mercato europeo per prodotti agricoli e pescato d’Oltreoceano. Viene confermato l’impegno ad aumentare gli acquisti negli Stati Uniti di armi ed equipaggiamenti militari (in linea con le intese NATO) e di gas naturale liquefatto e altri prodotti energetici nucleari per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari entro il 2028. Bruxelles si assicura anche una fornitura stabile di microchip AI made in USA per almeno 40 miliardi di dollari e ribadisce l’arrivo di 600 miliardi di dollari di nuovi investimenti privati europei in settori strategici statunitensi, sempre entro il 2028.

La lettura politica di Bruxelles

Per la Commissione, l’intesa scongiura una guerra commerciale e offre prevedibilità a imprese e consumatori. «Tariffe alte danneggiano l’economia globale, ma questo risultato evita un’escalation pericolosa e rafforza i rapporti transatlantici», è il messaggio di Bruxelles. Ursula von der Leyen applaude a «stabilità nella più grande partnership commerciale al mondo» e a «sicurezza per posti di lavoro e crescita in Europa». Il Commissario al Commercio Maroš Šefčovič rimarca che «nessun altro gode oggi negli USA di un trattamento tariffario al 15% così ampio» e che l’alternativa sarebbe stata «una guerra commerciale e un’escalation imprevedibile».

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