Meloni emozionata al Meeting di Rimini: lacrime sul palco e riflessioni su Europa, Ucraina e Medio Oriente
Un’accoglienza calorosa, fatta di applausi prolungati e standing ovation, ha segnato il ritorno di Giorgia Meloni sulla scena pubblica dopo la pausa estiva. La presidente del Consiglio, al suo primo intervento ufficiale da premier al Meeting di Rimini, non ha nascosto l’emozione: durante i saluti iniziali, il sostegno del pubblico l’ha commossa fino alle lacrime. Un momento intenso che ha sottolineato la portata simbolica dell’evento, considerato uno degli appuntamenti più rilevanti del dibattito politico e culturale in Italia.
Dopo le vacanze trascorse tra Grecia e Puglia, Meloni è tornata con un discorso di circa quaranta minuti, toccando i grandi temi internazionali e le sfide interne che attendono il governo nei prossimi mesi. Il suo intervento si è mosso tra diplomazia globale, politica europea e prospettive economiche italiane, delineando un’agenda densa per l’autunno.
Ucraina e ruolo dell’Italia nello scenario internazionale
Uno dei passaggi centrali del discorso è stato dedicato al conflitto in Ucraina. Meloni ha ricordato come la proposta italiana relativa all’articolo 5 rappresenti oggi “la principale iniziativa sul tavolo”. Parole che riflettono l’intenzione del governo di mantenere un ruolo di primo piano nei negoziati internazionali.
Con orgoglio la premier ha sottolineato che l’Italia, pur non essendo una superpotenza, sta riuscendo a incidere nel processo diplomatico. Ha ribadito il sostegno a Kiev, affermando che la difesa della libertà e della sovranità nazionale restano principi non negoziabili. La strategia italiana mira a un equilibrio tra fermezza militare e ricerca di una soluzione diplomatica, con l’obiettivo di avvicinare la pace senza compromettere la sicurezza europea.
Le sfide dell’Unione Europea e il richiamo a Draghi
Altro tema chiave è stato quello del futuro dell’Unione Europea. Citando le parole di Mario Draghi, Meloni ha riconosciuto la difficoltà del progetto comunitario nel mantenere un peso geopolitico reale. “L’Europa rischia di condannarsi all’irrilevanza se non saprà reagire”, ha detto con forza.
Secondo la premier, Bruxelles si trova davanti a una sfida storica: competere con Stati Uniti e Cina in un contesto globale dominato da grandi potenze economiche e tecnologiche. L’UE deve riformarsi, diventare più rapida nelle decisioni e più coesa nelle politiche industriali ed energetiche. Meloni ha insistito sul fatto che senza una strategia comune su sicurezza, commercio e innovazione, l’Europa sarà marginalizzata nello scenario mondiale.
Medio Oriente: equilibrio tra sicurezza e umanità
Il conflitto in Medio Oriente ha occupato un altro passaggio centrale del discorso. Meloni ha ricordato come l’Italia non abbia esitato a sostenere Israele dopo l’attacco del 7 ottobre, riconoscendo il diritto all’autodifesa. Tuttavia, ha anche sottolineato i limiti della reazione israeliana: “Non possiamo tacere di fronte a un’azione che ha superato il principio di proporzionalità e che ha coinvolto troppe vittime innocenti, incluse comunità cristiane”.