domenica, Novembre 2

Ilaria Salis, il Parlamento europeo valuta la revoca dell’immunità: il 23 settembre il voto decisivo

Ilaria Salis

Il voto in Commissione JURI

La vicenda di Ilaria Salis entra in una fase cruciale. Martedì 23 settembre la Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (JURI) voterà sulla richiesta presentata dall’Ungheria per la revoca dell’immunità parlamentare all’eurodeputata eletta con l’Alleanza Verdi-Sinistra. In caso di esito favorevole, la decisione passerà poi all’aula plenaria di Strasburgo.

L’appello di Salis

L’eurodeputata, arrestata a Budapest nel febbraio 2023 durante un’operazione contro gruppi antifascisti e accusata di aver partecipato a un’aggressione a sfondo politico, ha affidato a X (ex Twitter) un messaggio diretto: «Sarebbe estremamente grave e irrazionale se il Parlamento europeo si piegasse alle pulsioni vendicative di Orbán e di un governo illiberale». Salis ha parlato di «violazione dei diritti fondamentali» e ha chiesto il sostegno delle «forze democratiche» in difesa della sua immunità.

Il contesto giudiziario

Secondo le autorità ungheresi, le accuse nei confronti di Salis si basano su prove concrete. La difesa invece sostiene che si tratti di un processo politico. Dopo l’elezione al Parlamento europeo, Salis ha potuto beneficiare dell’immunità, ma Budapest ha chiesto ufficialmente di revocarla per procedere con il processo. Il relatore della questione è il deputato spagnolo Adrián Vázquez Lázara, del gruppo Renew Europe, la cui relazione sarà determinante per l’esito del voto in Commissione.

La posta in gioco

Se l’immunità dovesse essere tolta, Salis potrebbe tornare davanti ai giudici ungheresi. L’eurodeputata ha dichiarato: «Verrei consegnata a un sistema giudiziario condizionato dal potere esecutivo, dove un’oppositrice politica non ha possibilità di giusto processo». Dall’altra parte, le autorità ungheresi ribadiscono che si tratta di un normale procedimento penale e non di un atto politico.

Il dibattito politico

Il caso continua a dividere. In Italia, Salis è considerata un simbolo da una parte della sinistra dopo le immagini con catene ai polsi in tribunale ungherese. In Europa, invece, il suo caso solleva interrogativi più ampi: da un lato la tutela dei diritti e della funzione parlamentare, dall’altro il rispetto della cooperazione giudiziaria tra Stati membri. Il voto del 23 settembre sarà un passaggio cruciale per capire quale linea prevarrà.

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