Bundu sfida il risultato delle urne: «Ricorso per un’ingiustizia»
Firenze,
Le elezioni regionali in Toscana si sono concluse con la riconferma di Eugenio Giani alla guida della Regione, ma la vera sorpresa arriva da Antonella Bundu, candidata presidente per la lista Toscana Rossa, che annuncia ricorso contro il risultato ufficiale. Secondo la candidata, «il voto espresso dagli elettori è stato chiaro e non può essere cancellato da un tecnicismo».
Con il 53,9% dei voti Giani si è assicurato il secondo mandato, mentre lo sfidante del centrodestra Alessandro Tomasi si è fermato al 40,9%. Ma è il 5,18% ottenuto da Bundu a creare il caso politico e giuridico del momento: la lista Toscana Rossa si è fermata al 4,5%, sotto la soglia di sbarramento del 5%, impedendo così alla candidata e ai suoi sostenitori di ottenere seggi in Consiglio regionale.
La protesta di Toscana Rossa: «Voto chiaro, rappresentanza negata»
Nel quartier generale della lista, alla Casa del Popolo di San Niccolò a Firenze, la dirigenza ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso. «Molti elettori hanno votato solo per Bundu, senza barrare il simbolo, ma la volontà politica è inequivocabile», spiegano i portavoce. Il caso ricorda il precedente del Movimento 5 Stelle in Veneto nel 2020, quando la giurisprudenza riconobbe la validità di voti simili.
Se il ricorso venisse accolto, potrebbe rimettere in discussione l’assegnazione dei seggi e garantire a Toscana Rossa una rappresentanza finora negata. «Non è una battaglia personale, ma di principio», avrebbe dichiarato Bundu, che si dice «orgogliosa del risultato ottenuto contro ogni pronostico».
Bundu oltre le aspettative: «Partiti dallo 0,5%, oggi siamo oltre il 5%»
L’ex consigliera comunale fiorentina ha commentato i risultati con soddisfazione: «Abbiamo fatto una campagna senza mezzi, ma con idee forti. I cittadini hanno voluto premiarci per coerenza». Con oltre 72 mila voti personali, Bundu ha superato nei consensi sia la Lega che il Movimento 5 Stelle, segno di una sinistra radicale ancora viva in Toscana.
Sinistra radicale in fermento
Il risultato di Bundu ha riacceso il dibattito a sinistra. Mentre il Partito Democratico e i 5 Stelle esultano per la vittoria del campo largo, la sinistra alternativa vede nel voto per Toscana Rossa un segnale di risveglio. «Abbiamo dimostrato che c’è spazio per una proposta autonoma, coerente e popolare», sottolineano gli attivisti di Rifondazione Comunista e Potere al Popolo, che insieme a Possibile sostenevano la candidatura.
Il rischio, però, è che la battaglia legale non basti a trasformare il risultato politico in rappresentanza concreta. «Le soglie di sbarramento soffocano la pluralità», denunciano i dirigenti di lista, che chiedono «una riforma del sistema elettorale regionale».
Astensionismo record e crisi della rappresentanza
Con un’affluenza ferma al 47%, la Toscana ha registrato il dato più basso degli ultimi decenni. «La politica ha poco da festeggiare», ha commentato Bundu, ricordando come il calo della partecipazione colpisca soprattutto i ceti popolari e le periferie. Rispetto al 2020, la sinistra radicale ha comunque più che raddoppiato i consensi, passando dal 2,2% di Tommaso Fattori al risultato attuale.
Il futuro della sinistra alternativa
La candidata di Toscana Rossa si dice pronta a «continuare a dialogare con tutti», ma senza rinunciare all’autonomia del progetto politico. «Non cerchiamo posti, ma coerenza», ha dichiarato. La partita, adesso, si sposta nei tribunali e nei tavoli della politica: da lì si capirà se l’esperimento Toscana Rossa resterà un episodio isolato o l’inizio di una nuova stagione per la sinistra italiana.