Emergono le prime risultanze medico-legali sulla strage di Castel d’Azzano (Verona): secondo gli accertamenti dell’Università di Verona, i carabinieri Davide Bernardello, Valerio Daprà e Marco Piffari sarebbero morti per compressione toracica dovuta al crollo dell’edificio.
I primi esiti medico-legali
L’autopsia, eseguita dalla dottoressa Federica Bortolotti, indica come causa più plausibile il soffocamento da schiacciamento, conseguenza del peso delle macerie cadute sui militari. L’ipotesi è che fossero ancora al piano terra quando si è verificata l’esplosione del casolare di via San Martino.
Sono stati eseguiti anche esami radiologici (Tac) e sono stati disposti approfondimenti tossicologici: per la perizia completa serviranno ulteriori settimane, con tempi tecnici stimati in alcuni mesi.
Il casolare e il contesto dell’intervento
La casa, priva da tempo di luce e acqua, era abitata dai fratelli Ramponi: Maria Luisa, Dino e Franco. L’immobile è stato distrutto dal boato che ha provocato vittime e numerosi feriti tra forze dell’ordine e civili. In quell’area, presidiata da giorni, erano impegnate circa 60 unità tra carabinieri, polizia e vigili del fuoco.
Secondo i primi riscontri investigativi, l’intervento sarebbe partito nelle ore notturne; in una fase successiva è stato acceso un faro utilizzato abitualmente per illuminare i campi. La dinamica completa resta al vaglio degli inquirenti.