L’ultimo giorno di Atreju 2025 si trasforma in un vero e proprio show politico con l’intervento di Giorgia Meloni. Dal palco della kermesse di Fratelli d’Italia, la presidente del Consiglio chiude l’edizione più partecipata degli ultimi anni alternando ironia, attacchi diretti all’opposizione e annunci programmatici, a partire da un nuovo piano casa per le giovani coppie.
Il discorso della premier è scandito da applausi e cori, ma soprattutto da una lunga serie di stoccate al centrosinistra, accusato di incoerenza politica, promesse irrealistiche e fuga sistematica dal confronto.
Uno dei passaggi più duri è riservato a Elly Schlein, assente ad Atreju. Meloni ironizza citando Nanni Moretti e sottolinea come il cosiddetto campo largo sia stato riunito proprio dalla destra: «Il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi ad Atreju e l’unica che non si è presentata è quella che dovrebbe federarli».
Per la premier, chi evita il confronto lo fa perché privo di contenuti: «Questo è il luogo in cui il valore delle persone si misura sui contenuti e chi scappa dimostra di non averli».
Regionali, il bilancio di Meloni ad Atreju: “Finite 3 a 3”
Altro tema centrale è quello delle elezioni regionali. Meloni rivendica il risultato definendolo una smentita delle previsioni della sinistra: «Doveva essere un 5 a 1, invece è finita 3 a 3, palla al centro». Una frase che diventa il leitmotiv dell’intervento.
La premier ironizza anche sulle promesse elettorali degli avversari, citando proposte come l’esenzione dal bollo auto o il riconoscimento dello Stato di Palestina in caso di vittoria: «Robba che Cetto Laqualunque, in confronto, era Otto von Bismarck».
Irpef, lavoro e accuse di ipocrisia alla sinistra
Meloni rivendica le scelte fiscali del governo, in particolare il taglio dell’Irpef, respingendo le accuse di favorire i ricchi: «Per loro chi guadagna 2.500 euro lordi al mese ed ha tre figli e un mutuo è ricco. Noi abbiamo un’altra idea di chi sono i veri ricchi in Italia».
Nel mirino finiscono i grandi gruppi di potere e finanziari, che secondo la premier avrebbero beneficiato per anni delle politiche dei governi di centrosinistra. Da qui la frase più citata del discorso: «Non accettiamo lezioni da chi fa il comunista con il ceto medio e il turbo-capitalista con i potenti».
Gedi, Stellantis e l’attacco al Pd e a Landini
Meloni affonda il colpo anche sul tema dell’editoria e dell’industria. Critica il Pd per l’indignazione sul gruppo Gedi, accusandolo di silenzio quando chiudevano gli stabilimenti di Stellantis: «Quando perdevano il lavoro gli operai, tutti muti. Anche Landini fischiettava».
Il nuovo piano casa per le giovani coppie
Tra gli annunci più concreti c’è quello sul piano casa. Meloni contrappone la misura al Superbonus: «Al posto di ristrutturare ville e castelli con i soldi della povera gente, faremo un piano casa per dare alle giovani coppie un alloggio a prezzi calmierati».
L’obiettivo dichiarato è quello di concentrare le risorse pubbliche dove servono davvero, costruendo «una nazione giusta che investe prioritariamente sulle famiglie e sui giovani».
Manovra e giustizia: “La sinistra governerebbe con le lettere degli avvocati”
Nel suo intervento Meloni attacca anche il metodo politico dell’opposizione: «Sperano nell’implosione della maggioranza perché è sempre andata così per loro. Ma noi siamo alleati e siamo amici, troviamo sempre una sintesi».
Una frecciata diretta a una sinistra descritta come litigiosa e incapace di governare senza conflitti interni.
Il ringraziamento finale e il messaggio alla comunità
La chiusura del discorso è dedicata ai ringraziamenti. Meloni cita militanti, amministratori locali, giovani di Gioventù Nazionale e dirigenti del partito: «Una comunità che riesce a trasmettere valori ai più giovani è una comunità che non muore mai».
Tra il pubblico, presenti anche Andrea Giambruno e la figlia Ginevra. L’immagine finale è quella di una premier che si presenta come leader di una comunità compatta e determinata: «Noi siamo stati gli artefici del nostro destino».
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