Lutto nel mondo del calcio: l’Italia saluta Umberto Domenghini, storico portiere del Derthona
Il mondo del calcio italiano è in lutto per la scomparsa di Umberto Domenghini, storico portiere e simbolo del Derthona. Nato a Lallio nel 1948, Domenghini ha saputo conquistare il cuore dei tifosi e lasciare un’impronta indelebile nella storia calcistica locale, soprattutto nella città di Tortona, dove è stato molto più di un semplice atleta. Con la sua scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi, l’Italia perde non solo un protagonista del calcio di provincia, ma un uomo che ha incarnato i veri valori dello sport.
Un giovane talento che ha fatto la storia del Derthona
Quando Umberto arrivò a Tortona, nessuno poteva prevedere il profondo legame che avrebbe costruito con la squadra e con la città. Proveniente da Lallio, un piccolo centro in provincia di Bergamo, giunse al Derthona con la voglia di mettersi alla prova e con un’umiltà che lo avrebbe sempre contraddistinto.
Era il 1971 quando Domenghini vestì per la prima volta la maglia del Derthona. Da subito emerse per la sua dedizione, il suo talento tra i pali e il carisma silenzioso che lo rendeva un leader naturale. La sua maglia rossa, simbolo di grinta e determinazione, spiccava sul campo come una bandiera. Difese la porta tortonese fino al 1974, per poi tornare e giocare anche nella stagione 1976, diventando così un punto fermo della squadra per diversi anni.
Un portiere, ma soprattutto un uomo della squadra
Domenghini non era solo un portiere affidabile: era una presenza familiare, un volto conosciuto e amato, capace di entrare nel cuore di tifosi e compagni di squadra. Il suo comportamento sempre corretto e il suo stile composto lo resero una figura rispettata da tutti. Nonostante non fosse originario di Tortona, con il tempo divenne parte integrante della comunità, un vero cittadino adottivo.
Il suo nome era sinonimo di sicurezza, soprattutto nei momenti più tesi come i derby infuocati contro avversari storici come l’Alessandria o la Gavinovese. In queste occasioni, il suo ruolo non si limitava alla mera difesa della porta: era un faro per i compagni, un esempio di sangue freddo e concentrazione.
Una carriera che non si è mai veramente conclusa
Anche dopo aver deciso di lasciare il calcio giocato, Umberto Domenghini non ha mai davvero abbandonato il campo. Negli anni Ottanta, precisamente nelle stagioni 1984-85 e 1985-86, tornò a far parte del Derthona, stavolta come membro dello staff tecnico. Con il fratello Angelo – ex calciatore della Nazionale italiana e protagonista nei Mondiali del 1970 – in panchina, Umberto dimostrò ancora una volta la sua disponibilità e il suo amore per la squadra.
Nonostante l’età e il ritiro ufficiale, scese in campo in cinque occasioni, sostituendo il portiere titolare. Una scelta che racconta tutto della sua passione, mai spenta, e della sua capacità di mettersi a disposizione quando la squadra ne aveva più bisogno.