domenica, Aprile 27

“Sei antifascista?”: la risposta di Sallusti spiazza, scontro acceso con Gruber

Durante una recente puntata di “Otto e Mezzo”, il popolare talk show in onda su La7, si è assistito a un vivace confronto tra la conduttrice Lilli Gruber e il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti.

Il tema principale del dibattito è stato l’antifascismo e il significato da attribuire alla celebrazione del 25 aprile, festa nazionale della Liberazione.

Lilli Gruber ha chiesto a Sallusti spiegazioni circa un articolo pubblicato sul suo quotidiano, dove auspicava che il 25 aprile non venisse vissuto come una “festa di parte”. Curiosa di approfondire il pensiero del giornalista, la conduttrice ha chiesto: “Come dovrebbe essere ricordato il 25 aprile per non risultare di parte?”

Sallusti cita Berlusconi come esempio di unità nazionale

Alessandro Sallusti ha risposto facendo riferimento a un episodio del 2009, quando Silvio Berlusconi, all’epoca Presidente del Consiglio, partecipò alle celebrazioni del 25 aprile a Onna, una frazione de L’Aquila devastata sia dal terremoto che da una strage nazista nel 1944. In quell’occasione, Berlusconi indossò il fazzoletto della Brigata Maiella, gesto che, secondo Sallusti, dimostrava come un “eretico liberale e conservatore” potesse cercare di unificare il Paese nel ricordo della Resistenza.

La critica di Gruber e la questione dell’antifascismo di Giorgia Meloni

La giornalista ha subito replicato: “Perché mi citi Berlusconi, un leader politico scomparso ormai due anni fa? Oggi abbiamo Giorgia Meloni che non ha mai dichiarato apertamente di essere antifascista.”
Sallusti ha ribattuto, sostenendo che l’affermazione non fosse del tutto corretta. Secondo il direttore, la Meloni non ripete di continuo la parola “antifascismo” perché questo concetto, oggi, sarebbe stato “sequestrato” da una parte politica ben precisa.

Inoltre, Sallusti ha ampliato il discorso, sostenendo che il vero pericolo contemporaneo non arriverebbe dalle destre politiche, bensì da nuove forme di totalitarismo. Secondo lui, “siamo tornati a una situazione di rischio altissimo, simile a quella del 1938”, ma non per colpa di Donald Trump, Giorgia Meloni o delle destre occidentali, bensì per via di regimi autoritari di stampo comunista come la Russia, e di stati islamici radicalizzati.

“Le vere minacce oggi arrivano dai comunisti e dagli islamisti”, ha affermato il giornalista, provocando l’ironico commento di Gruber: “Ci apri un mondo. Pensavamo di essere aggiornati, ma questo davvero ci sfuggiva.”

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