martedì, Luglio 15

Air India, pilota potrebbe aver causato lo schianto: cosa emerge

Era il 12 giugno 2025 quando un Boeing 787 Dreamliner della compagnia Air India precipitava poco dopo il decollo ad Ahmedabad, nel nordest dell’India. A bordo si trovavano 241 persone, inclusi passeggeri ed equipaggio, mentre altre 19 sono decedute a terra. Solo un passeggero è sopravvissuto con ferite lievi.

L’ipotesi del gesto volontario

Secondo fonti riportate dal Daily Mail e dal Daily Telegraph, tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche quella di un gesto deliberato da parte del pilota Sumeet Sabharwal, 56 anni, a pochi mesi dalla pensione. L’uomo avrebbe attraversato un periodo di forte fragilità emotiva in seguito alla morte della madre.

Secondo l’esperto di aviazione Mohan Ranganathan, Sabharwal si era allontanato più volte dal lavoro negli ultimi anni per motivi di salute. Alcuni colleghi avrebbero confermato che il pilota stava valutando un pensionamento anticipato per stare vicino al padre anziano. Nonostante ciò, prima del volo risultava idoneo e in regola con tutti gli esami medici.

La dinamica dell’incidente

Secondo il rapporto preliminare dell’AAIB (l’Ufficio indiano per le inchieste sugli incidenti aerei), l’aereo avrebbe perso potenza improvvisamente dopo il decollo a causa dell’interruzione dell’alimentazione di carburante ai due motori. Un’anomalia grave e inspiegabile, considerata la routine della manovra iniziale.

Dai dati di una delle scatole nere emergerebbe una conversazione tra i due piloti: uno dei due avrebbe chiesto all’altro perché avesse interrotto il carburante, ma la risposta sarebbe stata una negazione. La trascrizione completa del dialogo non è ancora stata resa pubblica.

Le proteste dei piloti

Il 14 luglio, due associazioni indiane di piloti – ALPA e ICPA – hanno criticato i contenuti del rapporto, accusando l’autorità investigativa di voler attribuire la responsabilità solo ai piloti. L’ALPA ha lamentato la mancanza di trasparenza e la sua esclusione dalle indagini. L’ICPA ha respinto categoricamente l’ipotesi di suicidio-omicidio come “non supportata da prove”.

Ad oggi, nessuna conclusione definitiva è stata diffusa. L’inchiesta continua per accertare le cause reali dello schianto che ha provocato il più grave disastro aereo dal 2014 in India.

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