Nel frattempo, proseguono gli accertamenti della Procura di Pavia su un possibile coinvolgimento di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Una nuova inchiesta ha portato a riesaminare le impronte repertate nella villetta. Tuttavia, la cosiddetta “traccia 10”, ritrovata sulla porta d’ingresso, non contiene DNA sufficiente per l’identificazione del killer. Secondo quanto trapela, né Stasi né Sempio sarebbero compatibili con tale traccia.
L’assenza di sangue sull’impronta e la scarsa quantità di DNA rendono improbabile l’uso di questo elemento per sostenere la tesi di una seconda persona sulla scena del crimine. Lo stesso vale per altre impronte repertate, circa una sessantina, che finora non hanno portato a svolte significative.
Il prossimo passo dell’incidente probatorio
Il 4 luglio si terrà un nuovo appuntamento dell’incidente probatorio. Saranno analizzati i tamponi effettuati sul corpo di Chiara, il frammento del tappetino del bagno con le impronte insanguinate e, soprattutto, gli elettroferogrammi dei due DNA maschili trovati sotto le unghie della vittima.
Una di queste tracce è stata già attribuita a Sempio. La seconda, rimasta finora senza identificazione precisa, secondo la difesa Stasi potrebbe essere la chiave per dimostrare la presenza di un altro soggetto sulla scena del delitto.
I resti della colazione e i nuovi elementi genetici
I consulenti stanno anche analizzando i risultati dei test su oggetti domestici e rifiuti trovati nell’abitazione: una cannuccia dell’Estathé con DNA di Stasi, sacchetti con tracce genetiche di Chiara Poggi, vasetti di Fruttolo e cereali. Nessun elemento, però, finora ha confermato con certezza che Chiara avesse fatto colazione con i suoi assassini, come ipotizzato da alcune ricostruzioni.
La posizione della famiglia Poggi e gli sviluppi futuri
I genitori di Chiara Poggi continuano a chiedere giustizia. In un’intervista recente, hanno ribadito: «Alberto Stasi non ci ha mai detto “non l’ho uccisa”», sottolineando come per loro le risposte siano ancora lontane. Anche il loro legale, Gian Luigi Tizzoni, segue con attenzione ogni passaggio dell’incidente probatorio.
La decisione della Cassazione, se da un lato conferma il diritto di Stasi alla semilibertà, dall’altro non chiude affatto il caso: la nuova indagine su Sempio e i test genetici ancora in corso lasciano aperti scenari investigativi complessi.