Torna a infiammarsi la piazza nella Capitale. Nel pomeriggio di venerdì 24 ottobre 2025, le strade di Roma si riempiono per una nuova manifestazione a sostegno della Palestina. L’appuntamento è fissato in piazza Giuseppe Verdi, nel quartiere Pinciano, con l’obiettivo – dichiarato dagli organizzatori – di marciare fino all’Auditorium Parco della Musica, dove si sta svolgendo la Festa del Cinema.
“Blocchiamo l’ambasciata israeliana”: la minaccia che preoccupa la Questura
La tensione è altissima. Nonostante la Questura di Roma abbia autorizzato solo un presidio statico fino alle 22.00, i promotori della protesta – tra cui associazioni palestinesi, Arci Roma e vari collettivi – hanno annunciato l’intenzione di muoversi in corteo, proclamando sui social: “Bloccheremo l’ambasciata israeliana”.
L’ambasciata, situata in via Michele Mercati, si trova proprio lungo il tragitto tra piazza Verdi e l’Auditorium, elemento che ha spinto le autorità a predisporre un massiccio piano di sicurezza. Giovedì 23 ottobre si è tenuto un tavolo tecnico straordinario in Prefettura per definire i dettagli della sorveglianza, data la presenza di numerosi obiettivi sensibili tra le ambasciate e le sedi istituzionali della zona.
Le rivendicazioni del movimento pro-Palestina
L’obiettivo dei manifestanti è “accendere i riflettori sulla Palestina e sul rispetto dei Diritti Umani”, come si legge nel comunicato diffuso da Arci Roma e dalle altre sigle aderenti. I promotori chiedono di poter “intervenire pubblicamente all’interno della Festa del Cinema per portare una testimonianza diretta della voce del popolo palestinese”.
Nel documento congiunto, si denuncia “una tregua fragile e continuamente violata a Gaza” e si accusa Israele di mantenere una “situazione di apartheid e genocidio anche in Cisgiordania”. Le associazioni condannano inoltre “l’economia del riarmo” e le politiche internazionali ritenute “belliciste e complici della sofferenza del popolo palestinese”.
Un corteo che divide e preoccupa
Nonostante gli appelli alla calma, la manifestazione di oggi si preannuncia ad alta tensione. I partecipanti hanno dichiarato di voler “rendere visibile la voce di chi è oppresso” e non escludono gesti simbolici e momenti di disobbedienza civile. La Questura teme tentativi di deviazione del percorso autorizzato o azioni dimostrative nei pressi delle sedi diplomatiche.


















