I criteri di scelta: teologia, geografia, salute e diplomazia
La selezione del nuovo Papa non dipende solo dalla popolarità tra i fedeli o dalla visibilità mediatica. I cardinali riuniti in Conclave valutano diversi fattori:
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Equilibrio teologico: sarà cruciale capire se la Chiesa vorrà proseguire sul sentiero delle riforme avviate da Francesco o tornare a un’impostazione più conservatrice.
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Rappresentanza geografica: cresce la pressione per avere un Papa proveniente dall’Africa o dall’Asia, per rappresentare meglio il baricentro demografico del cattolicesimo mondiale.
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Età e salute: un candidato troppo anziano potrebbe vivere un pontificato breve, mentre uno molto giovane rischia di rimanere in carica per troppi decenni.
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Capacità di mediazione: il futuro Papa dovrà essere un abile diplomatico, in grado di unire le varie anime della Chiesa e affrontare le sfide globali.
L’imprevedibilità del Conclave: attenzione al “nome a sorpresa”
Come già successo nel 1978 con Giovanni Paolo I e nel 2013 con Jorge Mario Bergoglio, non si può escludere che il Conclave scelga un nome a sorpresa. ChatGPT stima in un 12% la probabilità che emerga un candidato “fuori lista”, capace di mettere d’accordo le varie fazioni solo durante le votazioni segrete. I giochi di potere interni al Vaticano, spesso imprevedibili e sfuggenti, potrebbero infatti stravolgere ogni pronostico.