sabato, Aprile 19

Calcio Italiano in lutto: addio al portiere che ha scritto la storia

L’impresa con il Pontedera: la vittoria storica contro l’Italia di Sacchi

Uno degli episodi più incredibili e forse più surreali della carriera di Giulio Drago si è verificato nell’aprile del 1994, quando indossava la maglia del Pontedera, formazione allora militante in Serie C2. In un’amichevole disputata a Coverciano, la Nazionale italiana guidata da Arrigo Sacchi, in piena preparazione per i Mondiali di USA ’94, venne clamorosamente sconfitta proprio dal Pontedera, con il risultato di 2-1.

In quella partita memorabile, Drago difese i pali con la solita determinazione. I gol decisivi per la formazione toscana furono realizzati da Matteo Rossi e Aglietti, mentre l’unica rete degli Azzurri portò la firma di Massaro. Nonostante un lungo recupero, la Nazionale non riuscì a evitare la sconfitta, scatenando un’ondata di critiche e polemiche a pochi mesi dall’inizio della Coppa del Mondo.

Il giorno seguente, La Gazzetta dello Sport titolava ironicamente: “Ai Mondiali il Pontedera”, rendendo omaggio a quella che fu una delle più clamorose sorprese del calcio italiano. Quell’impresa, oltre a consegnare al Pontedera la promozione in Serie C1, segnò per sempre la carriera e la leggenda di Giulio Drago.

La vita dopo il calcio e il legame con Empoli

Conclusa la carriera da calciatore, Giulio Drago scelse di restare a vivere a Empoli, città che lo aveva adottato e dove aveva vissuto i suoi anni più belli da atleta. Non abbandonò completamente il mondo del calcio, dedicandosi per lungo tempo al settore giovanile dell’Empoli, trasmettendo la sua esperienza e la sua passione alle nuove generazioni di portieri.

Era un uomo discreto, che preferiva i fatti alle parole, sempre pronto a tendere una mano a un ragazzo in difficoltà o a incoraggiare chi stava iniziando il proprio percorso tra i pali.

La scomparsa e il cordoglio del mondo del calcio

Giulio Drago è scomparso all’età di 63 anni il 18 aprile 2025, all’Ospedale San Giuseppe di Empoli, dove era ricoverato. La notizia della sua morte ha scosso il mondo del calcio italiano, che ha voluto rendergli omaggio con messaggi di cordoglio e ricordi affettuosi.

L’U.S. Cremonese, in un comunicato ufficiale, ha espresso vicinanza alla sua famiglia e ha ricordato Drago come uno dei simboli della storica promozione in Serie A del 1984: “Alla moglie Patrizia, ai figli Filippo e Marco e a tutti i familiari vanno le più sentite condoglianze della società grigiorossa. Le tue mani sicure ci guideranno per sempre dall’alto, Giulio.”

Un’eredità silenziosa ma eterna

La figura di Giulio Drago rappresenta tutto ciò che rende speciale il calcio: passione, sacrificio, umiltà e dedizione. Non era un uomo da copertina, ma un simbolo silenzioso di professionalità e amore per lo sport. Il suo ricordo resterà vivo negli stadi in cui ha giocato, nelle città che lo hanno accolto e nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

La sua storia ci ricorda che, nel calcio come nella vita, non servono sempre i titoli per diventare indimenticabili. Basta una parata decisiva, un consiglio dato nel momento giusto, una maglia indossata con rispetto e onore.

Ciao Giulio, portiere gentile e valoroso: il tuo nome resterà per sempre nella storia del calcio italiano.

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