domenica, Giugno 22

Carabiniere ucciso, lo sfogo del fratello: “Gli avevo detto di fermarsi”

 

Carabiniere ucciso a Francavilla Fontana, il dolore del fratello:

Il dolore si taglia con il coltello tra le mura della chiesa dei Cappuccini a Ostuni, dove amici, parenti e colleghi si sono stretti attorno alla bara del brigadiere Carlo Legrottaglie, il carabiniere ucciso il 12 giugno scorso a Francavilla Fontana durante un tentativo di rapina finito nel sangue. Un colpo al petto lo ha strappato alla vita a 59 anni, a pochi giorni dalla meritata pensione. Una tragedia che ha scosso non solo la comunità locale, ma l’intero Paese.

Un funerale da eroe, ma per la famiglia è una ferita aperta

Sul feretro, avvolto dal Tricolore, erano poggiati con rispetto e solennità il cappello dell’Arma dei Carabinieri con la Fiamma e la medaglia al valore. Un simbolo, questo, di quanto il sacrificio di Carlo Legrottaglie sia stato riconosciuto come un atto di eroismo. Tuttavia, proprio sulla parola “eroe”, si infrange il dolore e la rabbia del fratello Vito, che ai microfoni non riesce a trattenere le lacrime né le parole:

“Gli dicevo sempre di fermarsi, di godersi la pensione. Hai sessant’anni, gli ripetevo, stai a casa, hai una famiglia. Ma lui no. Lui voleva salvare il mondo.”

Una tragedia che poteva essere evitata?

Carlo Legrottaglie era un uomo vicino al pensionamento. Pochi giorni lo separavano dal congedo definitivo dopo una vita intera dedicata al servizio dello Stato. Eppure, fino all’ultimo istante, ha scelto di rimanere in prima linea. Il giorno della tragedia, si è trovato coinvolto in un conflitto a fuoco con due malviventi, mentre tentavano di mettere a segno una rapina.

Nel corso dell’azione, Legrottaglie ha cercato di fermarli. I due uomini armati non hanno esitato ad aprire il fuoco. Un proiettile lo ha colpito mortalmente al petto. Uno dei rapinatori, Michele Mastropietro, è rimasto ucciso nello scontro a fuoco, mentre il complice, Camillo Giattanasio, è stato arrestato. Ora chiede di essere sottoposto allo stub – un esame che rileva la presenza di residui da sparo – per provare la sua innocenza e dimostrare che non è stato lui a premere il grilletto.

Il grido di dolore della madre: “Dovevo morire io”

La scena più straziante al funerale è stata quella della madre, Maria, che ha urlato tra le lacrime:

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