Il ricordo emozionato del cardinale africano Dieudonné Nzapalainga
Il cardinale Dieudonné Nzapalainga, cinquantottenne di Bangui nella Repubblica Centrafricana, ha salutato per l’ultima volta Papa Francesco con gli occhi lucidi e il cuore colmo di gratitudine. Presente a Roma sia per i funerali che per il conclave, il porporato africano ha raccontato con commozione l’impatto immenso che Francesco ha avuto sulla sua terra martoriata.
«Nel 2015 aprì la Porta Santa nella nostra Bangui, non a Roma. Entrò nella moschea togliendosi le scarpe, abbracciò l’Imam e insieme fecero un giro tra la folla. Da quel giorno, la nostra gente ha imparato a vivere da fratelli», racconta Nzapalainga. «Anche dopo il suo ritorno in Vaticano, il seme della pace da lui piantato ha continuato a dare frutti».
La voce degli ultimi
Il cardinale ricorda come Francesco non si sia mai stancato di denunciare l’abbandono dell’Africa da parte dell’Occidente: «Ci ha insegnato che Dio è nei poveri, nei migranti, nei dimenticati. Ha alzato la voce contro chi saccheggia le nostre risorse. Per noi resterà per sempre il difensore dell’Africa».