Dopo qualche riflessione, Pier Silvio ha fatto la prima mossa: commissionare un sondaggio. Il risultato è stato un vero terremoto politico. Oggi Forza Italia è stimata intorno all’8%, ma la metà di questo consenso vive solo di nostalgia per il Cavaliere. Ecco il punto: se un Berlusconi scendesse in campo, il dato potrebbe quasi raddoppiare, fino al 15%. E se quel Berlusconi fosse Pier Silvio e non Marina, il partito correrebbe ancora più veloce.
Pier Silvio piace di più. È più giovane, sobrio, meno austero della sorella. Con il suo stile “manageriale” e il profilo rassicurante, molti lo immaginano già in giacca blu e tricolore al petto. Qualcuno lo vede premier, altri lo temono come una mina vagante capace di riportare il centro al centro, erodendo consensi persino alla Meloni.
Marina tra prudenza e via libera
Marina Berlusconi, finora contraria a qualsiasi avventura politica del fratello, sembra essersi ammorbidita: non spingerà Pier Silvio in campo, ma – se decidesse – lo sosterrà senza esitazioni. In queste settimane, la presidente di Fininvest ha incontrato diversi governatori e parlamentari forzisti: da Roberto Occhiuto ad Alberto Cirio, passando per Deborah Bergamini. Tutti concordi: Tajani fa presenza in tv, ma il partito è senza guida e senza identità.
Tajani prova a blindarsi, ma cresce la fronda
Il ministro degli Esteri lo sa. Per questo ha convocato un Consiglio nazionale per modificare lo statuto: restringere la platea dei congressi e blindare la leadership. Il suo sogno? Vincere il congresso in anticipo e candidarsi come il moderato di riferimento nel 2027. Ma nel partito il malcontento cresce. Non solo Ronzulli e Cattaneo: anche la stessa Bergamini scalpita, puntando al ruolo di capogruppo alla Camera. La guerra interna è iniziata, seppur sottotraccia.
Nuovo manifesto e obiettivo Milano
Ad Arcore si lavora su un progetto “liberale 2.0”, una versione aggiornata del 1994. Obiettivo: recuperare voti civici e candidare volti nuovi alle amministrative. Milano è la posta più alta: un candidato laico, con curriculum e senza appartenenze politiche, per sfidare il centrodestra meloniano e rilanciare il brand berlusconiano.
Pier Silvio tra politica e impresa: il bivio
Se Pier Silvio decidesse di scendere in campo, avrebbe due strade: scalzare Giorgia Meloni o entrare nel suo governo. Entrambe difficili, ma non impossibili se i numeri dei sondaggi verranno confermati. Nella sua agenda, tra palinsesti televisivi e bilanci Mediaset, circola già una bozza di discorso: “Sono un imprenditore, ma soprattutto un italiano. Non posso più restare a guardare”. Se e quando lo pronuncerà, cambierà il futuro di Forza Italia e forse dell’intero centrodestra.
Per ora, però, resta il nodo: Forza Italia sarà ancora la “casa delle libertà” o finirà relegata ai ricordi, tra nostalgie e maggiordomi di governo?