Conclave imminente: regole rigide, candidati incerti e appelli per una nuova Chiesa
Il conto alla rovescia per l’inizio del conclave è ormai agli sgoccioli. Mercoledì 7 maggio si chiuderanno ufficialmente le porte della Cappella Sistina con il tradizionale “extra omnes”, dando avvio a una delle fasi più intense e riservate della vita della Chiesa cattolica: l’elezione del nuovo Papa. Una decisione cruciale che si preannuncia tutt’altro che semplice.
Una Chiesa in cerca di direzione dopo Francesco
L’eredità di Papa Francesco è imponente, non solo per il suo stile pastorale e comunicativo, ma anche per il solco profondo che ha lasciato nella struttura e nella teologia della Chiesa. A pochi giorni dall’apertura del conclave, i cardinali si trovano davanti a una situazione complessa, caratterizzata da una generale incertezza, dalla mancanza di figure dominanti e da un crescente numero di indecisi tra i votanti.
Il clima di confusione che regna all’interno del Collegio cardinalizio è alimentato anche da dinamiche poco trasparenti, voci di accordi sottobanco e manovre di potere che rischiano di infrangere le regole imposte dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis.
Vietate le cordate: la regola che pochi ricordano
Uno dei principi cardine che regola il conclave è il divieto assoluto di stipulare accordi pre-elettorali. La Costituzione Apostolica stabilisce chiaramente, al punto 81, che qualsiasi patto finalizzato a condizionare il voto di un cardinale — sia in favore che contro un candidato — è illecito e comporta l’automatica scomunica per i trasgressori. Questo non esclude, ovviamente, la possibilità di confronti e scambi di opinioni, ma impone una rigorosa separazione tra discernimento spirituale e calcoli politici.
Eppure, nelle ultime ore, sono circolate voci insistenti su un presunto accordo tra il cardinale ungherese Péter Erdő e il suo collega italiano Pietro Parolin, ex Segretario di Stato vaticano. Secondo le indiscrezioni, Erdő avrebbe deciso di convogliare i suoi voti su Parolin in cambio di garanzie dottrinali.
La smentita ufficiale e l’inedito uso dei social
A smentire con forza queste voci è stato l’ambasciatore ungherese presso la Santa Sede, Eduard Habsburg-Lothringen, attraverso un post pubblicato sul suo profilo X (ex Twitter). Secondo il diplomatico, “qualsiasi speculazione su un accordo pre-conclave tra il cardinale Erdő e Parolin è totalmente falsa”. La presa di posizione ufficiale è significativa non solo per il contenuto, ma anche per la modalità: è la prima volta che un social network viene utilizzato per chiarire dinamiche interne al conclave, segno evidente di quanto sia tesa l’atmosfera sotto il Cupolone.