Erdő, l’appello per una svolta teologica
Proprio il cardinale Erdő, durante la celebrazione della messa presso la chiesa di Santa Francesca Romana ai Fori Imperiali — di cui detiene il titolo cardinalizio — ha tenuto un’omelia dal tono fortemente programmatico. Nelle sue parole è emersa una chiara richiesta di restaurazione teologica, dopo un periodo che ha definito “confuso”.
Secondo Erdő, la Chiesa necessita di una guida spirituale in grado di affrontare sfide epocali, portando avanti una missione che “oltrepassa le forze umane”. Al centro del suo discorso, ripetuto più volte, il nome di Gesù Cristo, simbolo e fondamento della nuova evangelizzazione, che per il cardinale ungherese rappresenta la priorità assoluta per il futuro pontefice.
I social diventano arma di pressione
L’uso dei social network in questo periodo pre-conclave si è rivelato uno strumento tanto potente quanto controverso. Oltre alle smentite ufficiali, circolano anche messaggi anonimi e campagne diffamatorie volte a indebolire le candidature più forti. È il caso di un messaggio su WhatsApp che ha raggiunto diversi cardinali, contenente accuse rivolte a Pietro Parolin per presunti fallimenti nella gestione dei casi di abusi all’interno della Chiesa.
Le critiche fanno riferimento a una lettera inviata a Parolin da Anne Barrett Doyle, leader di SNAP — un’importante rete internazionale di associazioni di vittime di abusi clericali — che chiede maggiore trasparenza e una politica autentica di tolleranza zero. Le stesse accuse sono state rivolte anche al cardinale filippino Luis Antonio Tagle, difeso però dall’episcopato del suo Paese.
La massa degli indecisi e il bisogno di preghiere
A oggi, la vera “maggioranza” nel conclave sembra essere quella degli indecisi. Nonostante i nomi più noti – come Parolin, Tagle o Erdő – godano di una certa attenzione mediatica e di una solida rete di sostenitori, non c’è ancora un candidato capace di raccogliere i fatidici 89 voti necessari per essere eletto. Questo rende l’esito dell’elezione ancora più imprevedibile.
Nel frattempo, molti cardinali si sono raccolti in preghiera, chiedendo l’illuminazione dello Spirito Santo per affrontare questa delicata responsabilità. Come ha sottolineato lo stesso Erdő, il momento è cruciale per la Chiesa e l’umanità intera, e servono scelte ispirate e coraggiose.
Dolan contro Trump: “Papa non è uno scherzo”
Un episodio curioso, ma anche indicativo del clima teso, ha coinvolto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump. In un post social, ha pubblicato un’immagine satirica che lo ritraeva vestito da Papa con la tiara. Il gesto è stato giudicato offensivo da molti, compreso il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e storicamente vicino a Trump, che ha commentato: “Ha fatto una brutta figura”. Dolan ha inoltre auspicato per il futuro un pontefice che sia “una sintesi dei tre ultimi papi”, richiamando quindi le figure di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco.