Meloni ha sottolineato come l’iniziativa abbia anche “una finalità di natura simbolica o politica”, e che dunque sarà portata avanti indipendentemente dalle difficoltà logistiche e di sicurezza. Tuttavia, la premier ha ribadito che il governo intende garantire l’incolumità dei cittadini italiani coinvolti, pur ricordando i rischi legati al recarsi in un’area di conflitto come la Striscia di Gaza, sotto blocco da parte di Israele.
L’alternativa dei canali ufficiali
Per evitare di esporre i partecipanti a pericoli inutili, la premier ha proposto di utilizzare “canali alternativi e più efficaci di consegna” degli aiuti umanitari. In particolare, Meloni ha ricordato l’iniziativa governativa “Food for Gaza”, attraverso cui l’Italia ha già distribuito oltre 200 tonnellate di beni alimentari e sanitari, raggiungendo anche aree isolate e difficilmente accessibili della Striscia. “Avvalersi dei canali umanitari già attivi, non solo da parte del Governo italiano, eviterebbe rischi e alleggerirebbe l’onere delle autorità chiamate a garantire la sicurezza”, ha scritto Meloni.
Il contesto politico
Le parole della premier arrivano mentre cresce la tensione intorno alla Flotilla: da un lato la solidarietà di una parte dell’opposizione, che sostiene la missione come gesto simbolico per rompere il blocco, dall’altro le preoccupazioni legate alla sicurezza e alle possibili reazioni di Israele. La scelta del governo è dunque quella di ribadire il sostegno umanitario alla popolazione palestinese, ma evitando azioni considerate troppo rischiose per i cittadini italiani coinvolti.