lunedì, Ottobre 20

Marina Berlusconi: “Big tech gente che se ne frega”, la lettera è durissima

Tuttavia, non mancano le critiche nei confronti di chi, come Donald Trump, desidera smantellare tali regolamenti. “In teoria al progresso, più realisticamente al profitto”, sottolinea Berlusconi, evidenziando che, sebbene il profitto sia fondamentale, un mercato veramente libero deve essere governato da regole giuste e non eccessive. “In questo l’Europa spesso inciampa”, aggiunge, auspicando che la Commissione Europea non faccia passi indietro nella sua azione regolatoria.

“È concorrenza sleale bella e buona. Ben venga, dunque, il Digital Package varato dall’Ue tra il 2016 e il 2024 a tutela degli utenti delle piattaforme. Per Donald Trump va smantellato, perché è un ostacolo: in teoria al progresso, più realisticamente al profitto, che, sia ben chiaro, è fondamentale: da imprenditore non sarò certo io a negarlo. Ma sono anche convinta che un mercato sia veramente libero solo quando risponde a regole. Non troppe e soprattutto giuste – in questo l’Europa spesso inciampa. Mi auguro davvero che sul digitale la Commissione non indietreggi, anche – e forse soprattutto – alla luce della enorme capacità di influenza culturale nelle mani di BigTech. Non è più solo un problema degli editori, riguarda tutti”

Fake News e polarizzazione

Un altro aspetto cruciale sollevato da Berlusconi riguarda il fenomeno delle fake news e della polarizzazione che caratterizza il dibattito pubblico attuale.

“A differenza dei media tradizionali, le piattaforme prosperano in un far-west dove nessuno risponde di quello che ha scritto, l’importante sono i clic”, afferma.

Questo scenario ha portato a un aumento del linguaggio d’odio e della radicalizzazione, elementi che minacciano la democrazia e il dialogo civile.

“L’intreccio tra politica e Big Tech negli Stati Uniti è sotto gli occhi di tutti”, continua Berlusconi, evidenziando come queste aziende non siano più semplici entità commerciali, ma veri e propri attori politici.

“Con una differenza sostanziale rispetto a chi fa politica di mestiere: i padroni della Silicon Valley restano sempre al loro posto”, avverte, mettendo in luce la necessità di una riflessione profonda su questo tema.

Il Ruolo della politica e

Marina Berlusconi non si limita a criticare, ma propone anche soluzioni. “I regolatori devono garantire norme eque. La politica deve impedire eccessive concentrazioni di potere”, afferma, ponendo l’accento sull’importanza di un intervento attivo da parte delle istituzioni. Ma cosa possono fare gli editori in questo contesto?

“Certamente non miracoli, ma può sempre dare un piccolo aiuto a chi vuole capire come è fatto, quel treno, in quale direzione corre”, spiega, suggerendo che la conoscenza e la consapevolezza siano strumenti fondamentali per affrontare le sfide attuali.

Lareesistenza dei libri nell’era digitale

In un’epoca dominata dalla rapidità e dall’immediatezza, Berlusconi lancia una provocazione:

“E se proprio nell’era del ‘Muoviti veloce e rompi tutto’ ci trovassimo a riscoprire la forza lenta, ma costruttiva dei cari vecchi libri?”.

Secondo lei, i libri rappresentano da sempre un antidoto contro le barbarie e il totalitarismo, ma oggi assumono anche un nuovo ruolo: quello di contrastare l’assottigliamento del pensiero imposto dagli smartphone. “Veri e propri strumenti di resistenza contro l’omologazione digitale”, conclude, sottolineando l’importanza della lettura e della riflessione critica.

In un mondo in cui la tecnologia avanza a passi da gigante, è fondamentale riflettere su come queste dinamiche influenzino la nostra vita quotidiana e il nostro modo di interagire. Le parole di Marina Berlusconi ci invitano a considerare non solo i benefici della tecnologia, ma anche i rischi e le responsabilità che ne derivano. Come possiamo, quindi, trovare un equilibrio tra innovazione e regolamentazione? E quali passi possiamo intraprendere per garantire che la libertà e la democrazia non vengano compromesse nel processo? Queste sono domande che meritano una risposta e su cui è necessario continuare a riflettere.

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