Questa vittoria non rappresenta soltanto l’accesso a una nuova finale Slam per Alcaraz, ma anche una sorta di liberazione personale: per la prima volta, infatti, lo spagnolo è riuscito a battere Djokovic sul cemento, superficie sulla quale aveva sempre perso nei precedenti incroci. Dopo le sconfitte agli Australian Open 2025 e alle Olimpiadi di Parigi 2024, Alcaraz è riuscito a invertire la rotta, confermando di avere tutte le carte in regola per dominare anche contro il campione serbo.
Il primo set: l’aggressività di Alcaraz fa la differenza
La partita è iniziata con un approccio deciso da parte di Alcaraz. Fin dal primo game lo spagnolo ha imposto il suo ritmo, riuscendo a strappare il servizio a Djokovic e a guadagnare subito un break di vantaggio. Questo inizio fulmineo ha cambiato l’inerzia del set: il giovane iberico ha mantenuto alta la concentrazione e ha gestito con maturità i turni di battuta, evitando di concedere al serbo possibilità di rientrare.
Djokovic ha provato a reagire, cercando di allungare gli scambi e di sfruttare la sua esperienza, ma la solidità al servizio e la freschezza atletica di Alcaraz gli hanno impedito di ricucire lo strappo. Il primo parziale si è così chiuso 6-4 per il murciano, che ha lanciato un segnale chiaro: questa volta non sarebbe stata una battaglia infinita, ma un confronto dove a comandare sarebbe stato lui.
Il secondo set: Djokovic parte forte, ma Alcaraz non trema
La seconda frazione è stata senza dubbio la più combattuta. Djokovic ha provato a cambiare passo, iniziando il set con maggiore aggressività e portandosi rapidamente sul 3-0. In quel momento sembrava che il serbo avesse ritrovato fiducia, sfruttando la sua esperienza e cercando di spostare Alcaraz lateralmente per indebolirne la resistenza.
Tuttavia, la reazione dello spagnolo non si è fatta attendere. Con grande determinazione, Alcaraz ha recuperato lo svantaggio, ritrovando precisione nei colpi e imponendo nuovamente il suo ritmo. La capacità del ventiduenne di ribaltare la situazione ha confermato una volta di più la sua maturità mentale: anche nei momenti difficili non perde mai lucidità, riuscendo a trasformare la pressione in energia positiva.
Il set è approdato al tie-break, dove il talento di Alcaraz è emerso in maniera decisiva. Con colpi vincenti nei momenti chiave e una notevole freddezza, lo spagnolo si è imposto 7-6(4), portandosi avanti due set a zero e mettendo una seria ipoteca sulla vittoria finale.
Il terzo set: Djokovic crolla, Alcaraz chiude senza problemi
Nel terzo parziale è emersa chiaramente la differenza fisica tra i due giocatori. Djokovic, ormai 38enne, ha mostrato segni di stanchezza sempre più evidenti. Il serbo ha commesso errori insoliti per il suo standard, tra cui due doppi falli in momenti cruciali che hanno permesso ad Alcaraz di ottenere il break decisivo.
Lo spagnolo, dal canto suo, non ha concesso nulla. Forte del vantaggio e della fiducia accumulata, ha gestito con intelligenza i propri turni di servizio e ha continuato a spingere quando necessario. Il set si è chiuso 6-2 in favore di Alcaraz, che ha completato la sua prestazione perfetta con autorità e senza mai dare l’impressione di poter perdere il controllo del match.
La portata della vittoria: Alcaraz sempre più protagonista
Questa vittoria ha un significato enorme per la carriera di Carlos Alcaraz. Non solo conquista la sua sesta finale Slam, ma dimostra anche di avere definitivamente sfatato il tabù Djokovic. Il successo sul cemento, contro un avversario che aveva sempre dominato su questa superficie, rappresenta un passo fondamentale nella sua crescita e lo proietta con decisione verso il vertice del ranking ATP.
Per Djokovic, invece, si tratta di un’amara delusione. Pur avendo raggiunto le semifinali in tutti e quattro gli Slam della stagione, non è riuscito a qualificarsi per nessuna finale, un dato che racconta meglio di ogni parola come il tempo stia lentamente presentando il conto anche a un campione immortale come lui. La sua costanza rimane impressionante, ma la capacità di reggere fisicamente e mentalmente fino in fondo sembra meno solida rispetto agli anni d’oro.
Uno sguardo al futuro: chi sfiderà Alcaraz in finale?
Ora, gli occhi sono puntati sull’altra semifinale, che vede contrapposti Jannik Sinner e Felix Auger-Aliassime. Da questo confronto uscirà l’avversario di Alcaraz nella finale, una partita che promette di essere spettacolare a prescindere dal risultato.
Se dovesse essere Sinner a qualificarsi, assisteremmo a una nuova sfida tra due dei giovani più forti e attesi del panorama mondiale, una rivalità che potrebbe segnare l’intero prossimo decennio del tennis. In caso di vittoria di Auger-Aliassime, invece, ci sarebbe la possibilità di un confronto inedito in una finale Slam, con il canadese a caccia del colpaccio della vita.