sabato, Ottobre 11

“Dobbiamo pensare al peggio”: attacco atomico, cosa succede alle alte cariche dello Stato

La Sicurezza Nazionale Italiana:

Negli ultimi anni, la questione della sicurezza nazionale in Italia ha assunto un’importanza sempre maggiore, soprattutto in un contesto internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche crescenti. Recenti dichiarazioni di figure di spicco, come il ministro della Difesa Guido Crosetto, hanno messo in evidenza la mancanza di adeguate misure di protezione per le alte cariche istituzionali. In particolare, la questione del bunker anti-atomico, un tempo esistente, è tornata alla ribalta.

Il Bunker Anti-Atomico: Un Ricordo del Passato

Durante la Guerra Fredda, l’Italia disponeva di un bunker anti-atomico progettato per proteggere le più alte cariche dello Stato. Questo rifugio, però, è stato dismesso e oggi non esiste più alcuna struttura simile a disposizione del presidente della Repubblica. Crosetto ha sottolineato che “un ministro della Difesa deve sempre pensare al peggio”, evidenziando così la necessità di rivedere e aggiornare il piano di sicurezza nazionale.

Le Attuali Misure di Sicurezza

Attualmente, l’unica figura che dispone di un bunker è il presidente del Consiglio, il quale, in caso di attacco nucleare, sarebbe trasferito a Forte Braschi, un’area protetta a Roma gestita dai servizi segreti. Tuttavia, la situazione è complessa: ci sono procedure di sicurezza anche per il ministro dell’Interno e per il ministro della Difesa, ma le strutture disponibili non sembrano essere adeguate. Fonti consultate dal Corriere della Sera hanno affermato che “quelle stanze non sarebbero capaci di resistere a un attacco aereo”.

Un Sistema di Sicurezza Obsoleto

La mancanza di aggiornamenti nelle misure di sicurezza è il risultato di un lungo periodo di pace, durante il quale non si è ritenuto necessario rivedere le strutture esistenti. Tuttavia, la situazione attuale richiede un ripensamento urgente. Un esempio emblematico è il bunker di Monte Soratte, un complesso di gallerie e cunicoli costruito nel 1937 e successivamente adattato per scopi anti-atomici. Oggi, questa struttura è stata dismessa e trasformata in un’attrazione turistica.

La Struttura DC 75: L’Unico Sito Attivo

Attualmente, l’unico sito operativo è il DC 75, situato a Montelibretti, a circa 50 chilometri a est di Roma. Questa struttura è progettata per resistere a eventi sismici e a esplosioni di alto potenziale. Al suo interno si trova la sala operativa del Viminale, dotata di personale e attrezzature informatiche pronte a intervenire in caso di emergenza. Tuttavia, la sua posizione rappresenta un problema: in caso di attacco aereo, gli elicotteri non potrebbero essere utilizzati per il trasporto delle autorità.

Le Critiche di Crosetto e le Difficoltà Burocratiche

Guido Crosetto ha espresso il suo disappunto riguardo alle difficoltà burocratiche che ostacolano la costruzione di un nuovo bunker. “È incredibile che la Difesa per costruire un bunker debba seguire le stesse regole di un imprenditore che vuole costruire un capannone industriale”, ha dichiarato. Inoltre, ha sottolineato che, sebbene il governo possa “operare in deroga” per motivi di sicurezza nazionale, ci sono sempre ostacoli che possono bloccare i lavori, come i comitati civici.

Le Nuove Disposizioni di Sicurezza

Un ulteriore aspetto critico riguarda le nuove disposizioni che vietano alle alte cariche dello Stato di muoversi insieme. Questa regola è stata introdotta dopo l’incidente avvenuto durante le esequie di Silvio Berlusconi, quando l’intero governo si trovava a bordo dello stesso aereo. Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha commentato la situazione con una nota di preoccupazione, affermando: “Qui basta un colpo e fanno fuori tutto il governo”.

Le Prospettive Future per la Sicurezza Nazionale

In un contesto internazionale sempre più instabile, la questione della sicurezza nazionale italiana deve essere affrontata con urgenza. Le dichiarazioni di Crosetto e le evidenze emerse dall’analisi delle attuali misure di sicurezza pongono interrogativi cruciali: come può l’Italia garantire la protezione delle sue istituzioni in caso di attacco? Quali passi devono essere intrapresi per aggiornare e migliorare il sistema di sicurezza nazionale?

È evidente che la mancanza di strutture adeguate e l’inefficienza burocratica rappresentano ostacoli significativi. Tuttavia, è fondamentale che il governo e le istituzioni competenti lavorino insieme per sviluppare un piano di sicurezza che possa rispondere alle sfide del presente e del futuro. La sicurezza delle alte cariche dello Stato non può essere lasciata al caso, e l’Italia deve essere pronta a fronteggiare le minacce che potrebbero emergere.

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