Queste dichiarazioni sono arrivate dopo che, nei giorni precedenti, la stessa conduttrice aveva affrontato il tema della sua vita privata durante un intervento al Salone del Libro. In quell’occasione, aveva parlato apertamente delle sue difficoltà emotive, segno di quanto il momento sia delicato anche sul piano psicologico.
L’omaggio di Vincenzo Mollica
A rendere ancora più speciale la puntata finale di questa edizione di Domenica In è stato l’intervento del giornalista Vincenzo Mollica, che ha presentato una raccolta di momenti significativi dell’ultima stagione. Un tributo intenso e coinvolgente che ha celebrato il lavoro e la personalità di Mara Venier.
Mollica, con il suo inconfondibile stile narrativo, ha saputo valorizzare ogni istante dell’anno televisivo appena concluso. Al termine del video, Mara ha voluto ringraziare sentitamente Mollica, sottolineando: “È tutto troppo, non so se me lo merito davvero”. Parole che denotano la sua umiltà e la consapevolezza dell’affetto che il pubblico le dimostra da anni.
Ringraziamenti sentiti e una riflessione sul futuro
Nel salutare il suo pubblico, Mara Venier ha voluto dedicare parole di gratitudine a chi l’ha seguita fedelmente, sottolineando con orgoglio come l’edizione appena conclusa abbia registrato un aumento di share rispetto all’anno precedente. “Grazie al pubblico, prima di tutto grazie a voi che ci avete seguiti”, ha detto.
Poi è tornata a riflettere sulla possibilità di un addio: “Quando dico che è l’ultima, è perché ci credo davvero. Voi sapete che gli ultimi mesi non sono stati semplici”. Con voce tremante e visibilmente provata, ha riconosciuto come il lavoro sia stato un supporto prezioso nei momenti difficili. “Il lavoro aiuta, nei momenti bui. E non so cos’altro dirvi, solo grazie”, ha concluso tra le lacrime.
16 edizioni e un legame indissolubile con la Rai
Nel corso del suo discorso di commiato, Mara ha ricordato con emozione la sua lunga carriera in Rai, ringraziando l’azienda per averla sostenuta per oltre tre decenni. “Questa azienda mi vuole bene da più di 30 anni”, ha affermato, citando nomi come l’amministratore delegato Roberto Sergio, Angelo Mellone e l’AD Giampaolo Rossi, che l’hanno supportata in momenti delicati della sua vita.
Con una carriera brillante alle spalle, Mara Venier ha condotto ben 16 edizioni di Domenica In, contribuendo in modo determinante al successo del format. “Mi chiedo ancora oggi perché proprio io”, ha detto, con una punta di ironia e modestia.
Il futuro incerto di Domenica In e l’ipotesi Matano
Sebbene il futuro della trasmissione non sia ancora stato definito ufficialmente, si fanno già ipotesi sul possibile successore. Da tempo si vocifera che Alberto Matano, attuale conduttore de “La Vita in Diretta”, possa essere il candidato ideale per raccogliere il testimone.
L’idea di affidare a Matano la guida del programma potrebbe essere valutata dalla Rai anche nell’ottica di una transizione più morbida, magari condividendo inizialmente la conduzione con la stessa Venier. In questo modo, si potrebbe garantire continuità e rassicurare il pubblico affezionato al volto storico di Domenica In.
Le decisioni della Rai attese per luglio
La Rai, dal canto suo, dovrà prendere una decisione entro l’estate. Come di consueto, i nuovi palinsesti televisivi saranno annunciati a luglio, durante un evento che si terrà nuovamente a Napoli. È quindi probabile che già nelle prossime settimane venga fatta chiarezza su chi guiderà Domenica In nella stagione 2025-2026.
Un addio che lascia il segno
Che si tratti di un addio definitivo o solo di una pausa, ciò che è certo è che l’ultima puntata di Domenica In condotta da Mara Venier ha lasciato un segno profondo nel pubblico e nella storia della televisione italiana. Il carisma, la sensibilità e l’autenticità della conduttrice hanno reso questa edizione particolarmente amata.
In attesa di decisioni ufficiali, resta il ricordo di un momento televisivo intenso, vissuto con sincerità da una delle icone più amate del piccolo schermo italiano. Le parole di Mara – “Chi vivrà, vedrà” – suonano come un invito alla speranza, ma anche come una chiusura dignitosa e sentita di un capitolo importante della sua carriera.