“Smettiamola con questo atteggiamento iper provinciale nei confronti di Foreign Affairs”, ha dichiarato con tono critico Orsini, sottolineando come in Italia si tenda spesso ad attribuire una sorta di infallibilità a tutto ciò che proviene dagli Stati Uniti o dall’estero in generale.
Il riferimento personale di Orsini: “Mi ha premiato, eppure non la mitizzo”
Orsini ha poi continuato sostenendo che, proprio lui, avrebbe tutti i motivi per elogiare la rivista americana, poiché Foreign Affairs gli ha conferito un riconoscimento importante. “La rivista ha incluso un mio libro tra i più rilevanti pubblicati negli Stati Uniti nel 2011”, ha precisato. Secondo il sociologo, però, è un errore considerare la testata come una fonte di verità assoluta, in quanto pubblica articoli con opinioni spesso contrastanti tra loro.
Durante il suo intervento, la giornalista Tonia Mastrobuoni ha reagito con una risata sarcastica, ripetendo più volte: “È incredibile”. Il tono ironico ha innervosito ulteriormente Orsini, che ha chiesto: “Mi fa parlare?”, tentando di riportare l’attenzione sul merito del suo discorso.
Il clima si surriscalda: attacchi personali in diretta
A quel punto la discussione è degenerata. Mastrobuoni ha notato il tono agitato di Orsini, dicendogli: “Si calmi, sta diventando tutto rosso”. Una frase che ha ulteriormente esacerbato il dibattito. La replica del professore non si è fatta attendere: “Ogni volta lei fa delle figuracce. Lei è una persona molto provinciale”.
Secondo Orsini, la giornalista dimostrerebbe una scarsa comprensione del vero spirito della rivista Foreign Affairs, che – a suo dire – ospita voci e opinioni anche diametralmente opposte. “Non sa neanche cosa sia Foreign Affairs, pubblica articoli di segno completamente diverso”, ha ribadito il sociologo, visibilmente infastidito.
Opinioni contrastanti e tensioni in studio
Il confronto tra i due ha rivelato un nodo profondo: la percezione dell’autorevolezza delle fonti e il modo in cui vengono utilizzate nel dibattito pubblico italiano. Orsini ha criticato l’uso ideologico e dogmatico di certe pubblicazioni, accusando Mastrobuoni di piegare la narrazione internazionale alle proprie convinzioni personali. Dall’altra parte, la giornalista ha mantenuto una linea ironica e pungente, smontando punto per punto le argomentazioni del professore, almeno secondo il suo punto di vista.
Corrado Formigli, conduttore del talk show, ha cercato di moderare lo scontro, ma con scarsi risultati. Il tono acceso e le frecciate reciproche hanno reso difficile mantenere un confronto costruttivo, spostando l’attenzione del pubblico dal tema principale — la guerra in Ucraina — al conflitto verbale tra i due ospiti.
Il dibattito sul ruolo della stampa estera
Uno dei punti più interessanti emersi dal dibattito riguarda proprio il ruolo della stampa internazionale nel contesto italiano. La tendenza a considerare fonti come Foreign Affairs, The Economist o The New York Times come depositarie della verità assoluta è una tematica spesso discussa tra gli analisti dei media.
Orsini ha cercato di sottolineare la necessità di approcciarsi a queste pubblicazioni con spirito critico, anche quando vengono citate da giornalisti autorevoli. Secondo il professore, non si può costruire un’intera narrazione geopolitica basandosi su una selezione parziale o ideologicamente orientata degli articoli.