sabato, Luglio 26

Garlasco, la perizia sull’impronta 33: «C’è sudore e sangue». I pm ribattono: «È di Sempio»

Nuovo capitolo nell’intricato caso Garlasco

. I consulenti della difesa di Alberto Stasi hanno depositato una relazione che potrebbe riaccendere le polemiche sull’ormai celebre impronta 33. Secondo il Tg1, i tecnici sostengono che quella traccia, individuata lungo la scala che porta alla cantina di casa Poggi, sarebbe «intrisa di sudore e materiale ematico».

La relazione, firmata da Oscar Ghizzoni, Pasquale Linarello e Ugo Ricci, parla di «contatto palmare intenso», incompatibile con una normale discesa delle scale. Ma la procura ribadisce: quell’impronta è di Andrea Sempio, cugino della vittima, e non può essere oggetto di incidente probatorio perché non esiste il reperto fisico.

Il contenuto della perizia difensiva

«L’analisi tecnico-dattiloscopica attuata sull’impronta n.33, unitamente alle prove sperimentali effettuate sul muro con intonaco a diverse condizioni, consentono di ritenere che tale impronta fosse imbrattata di sudore e materiale ematico», scrivono i periti nominati dai legali di Stasi.

Gli esperti sostengono che la pressione esercitata sulla parete sarebbe tale da far pensare a una situazione di sforzo o perdita di equilibrio, non a un semplice passaggio sulle scale. Inoltre, le zone più scure, che hanno reagito alla ninidrina, suggerirebbero la presenza di residui biologici.

Il nodo della prova: fotografia, non reperto

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