Anche Carlo Calenda ha ottenuto buoni risultati, con La libertà che non libera che ha totalizzato circa 13.000 copie. Numeri modesti se confrontati con i big del centrodestra, ma comunque dignitosi.
Il fenomeno Meloni: successi editoriali e internazionali
La regina indiscussa delle vendite resta Giorgia Meloni. La sua autobiografia Io sono Giorgia ha superato le 170.000 copie, tanto da essere definita dagli esperti del settore una vera e propria “anomalia” editoriale. Anche il suo secondo libro, La versione di Giorgia, ha ottenuto numeri impressionanti, superando le 100.000 copie. Un doppio successo che rafforza l’immagine pubblica della premier anche fuori dal mondo politico.Salvini e Vannacci: numeri importanti anche per loro
il vicepremier Matteo Salvini ha all’attivo due volumi: Secondo Matteo e Controvento, che hanno totalizzato rispettivamente 25.000 e 21.000 copie vendute. Tuttavia, il vero caso editoriale degli ultimi anni è stato Il mondo al contrario del generale Roberto Vannacci. Il libro, pubblicato inizialmente in forma autoprodotta e poi da Il Cerchio, ha superato le 280.000 copie vendute. Un numero eccezionale che ha fatto del generale non solo un personaggio controverso ma anche un fenomeno editoriale.
Vannacci e Meloni conquistano l’estero
Oltre al successo in Italia, Vannacci e Meloni stanno cercando di conquistare anche il mercato estero. Il libro di Vannacci è stato tradotto in spagnolo e in inglese (quest’ultima versione autopubblicata). Giorgia Meloni invece è arrivata anche in Germania, Grecia e Spagna, dove il suo volume è stato introdotto dal leader di Vox, Santiago Abascal. Una strategia editoriale che accompagna e rafforza la proiezione internazionale della leader di Fratelli d’Italia.
Elly Schlein: un’immagine da rilanciare
Alla luce di questi confronti, appare evidente quanto il posizionamento mediatico e l’appeal personale contino nel determinare il successo editoriale di un politico. Elly Schlein, nonostante la sua visibilità e il ruolo centrale che ricopre nel Partito Democratico, non è riuscita a tradurre la propria immagine in un progetto editoriale vincente. I numeri di L’imprevista lo confermano.