Garlasco, confermato il DNA dell’ignoto 3 sul corpo di Chiara Poggi
Garlasco, nella bocca di Chiara Poggi un DNA sconosciuto: la conferma dagli esami. È caccia a “Ignoto 3”
È arrivata una nuova svolta nel caso del delitto di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella sua villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Gli esami effettuati su un tampone orofaringeo, analizzato durante l’incidente probatorio disposto dopo la riapertura dell’indagine, hanno individuato la presenza di un profilo genetico sconosciuto all’interno della bocca della vittima.
Il DNA di un uomo sconosciuto
Secondo quanto emerso, su cinque campioni genetici analizzati, uno è stato attribuito a Ernesto Gabriele Ferrari, assistente del medico legale che partecipò all’autopsia nel 2007. Ma il dato che ha sorpreso gli inquirenti è la presenza di un secondo profilo, appartenente a un individuo maschile non identificato, denominato dagli esperti “Ignoto 3”.
Gli altri tre campioni risultano illeggibili o troppo deteriorati per fornire dati utilizzabili. Tuttavia, la sola presenza di un DNA estraneo sul corpo di Chiara – e in particolare nella cavità orale – ha riacceso i riflettori su una possibile pista investigativa rimasta fino ad oggi inesplorata.
La genetista: “Garza non sterile, probabile contaminazione”
La genetista Denise Albani, consulente nominata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pavia, ha però evidenziato che la quantità di materiale genetico rinvenuto è estremamente ridotta e non compatibile, allo stato attuale, con una traccia diretta lasciata dall’assassino.
Il tampone orofaringeo era stato eseguito usando una semplice garza da sala autoptica e non un supporto sterile pensato per la conservazione a fini forensi. Secondo Albani, ciò suggerirebbe una contaminazione ambientale o una trasmissione accidentale durante l’esecuzione dell’autopsia.
Richiesti chiarimenti al medico legale
Alla luce dei risultati, la perita ha chiesto ulteriori chiarimenti al medico legale Marco Ballardini, che coordinò l’autopsia di Chiara Poggi. La richiesta riguarda le modalità precise del prelievo, il tipo di strumentazione usata e il contesto igienico-sanitario in cui fu eseguito il tampone.
Nonostante le ipotesi di contaminazione, l’individuazione di un DNA maschile sconosciuto nella bocca della vittima rappresenta un elemento investigativo potenzialmente decisivo. La figura di “Ignoto 3” entra ora ufficialmente nella nuova inchiesta come persona da identificare, e potrebbe cambiare gli equilibri dell’intero processo.
Un caso ancora aperto
Il delitto di Chiara Poggi, che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana, continua a sollevare interrogativi dopo quasi vent’anni. Il solo fatto che emergano nuove evidenze biologiche rende plausibile la riapertura di piste alternative rispetto a quelle percorse finora dalla giustizia.
La caccia a una possibile verità continua.