Terremoto giudiziario tra Milano e Brescia: l’inchiesta Clean si intreccia con il caso Garlasco
Un nuovo capitolo di tensione scuote la magistratura lombarda. Nelle ultime ore, la Guardia di Finanza ha dato esecuzione a una serie di perquisizioni tra Milano, Pavia e Brescia nell’ambito dell’inchiesta Clean, un’indagine che coinvolge pubblici amministratori, imprenditori e magistrati e che ora potrebbe allargarsi a figure di primo piano della giustizia.
Indagato il pm Pietro Paolo Mazza
Tra i nomi emersi nelle ultime ore figura quello di Pietro Paolo Mazza, oggi pm a Milano ed ex sostituto procuratore a Pavia. Gli inquirenti della Procura di Brescia ipotizzano a suo carico i reati di corruzione e peculato. Secondo l’accusa, Mazza avrebbe acquistato nel 2019 un’automobile a prezzo di favore dalla società Esitel in cambio dell’assegnazione di incarichi professionali alla stessa azienda.
La perquisizione, condotta nella mattinata di giovedì, è stata accompagnata da un silenzio assoluto da parte delle autorità, ma diverse testate – tra cui Darkside Italia, Domani e il giornalista investigativo Luigi Grimaldi – confermano che le indagini si starebbero estendendo a ulteriori magistrati e funzionari pubblici.
Il collegamento con il caso Garlasco
Il punto più delicato dell’inchiesta riguarda un presunto intreccio con il caso Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi del 2007, per cui Alberto Stasi è stato condannato all’ergastolo. Fonti di stampa riportano che alcuni dei nomi comparsi nel fascicolo Clean potrebbero incrociarsi con quelli di figure coinvolte nella riapertura delle indagini del 2017, quando Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, fu brevemente indagato e poi archiviato dalla stessa Procura di Pavia dove Mazza aveva lavorato.
Secondo Darkside Italia, le nuove verifiche potrebbero far luce su presunti rapporti irregolari e scambi di favori tra uffici giudiziari e ambienti economici del Nord Italia, con un’attenzione particolare ai rapporti tra Pavia e Milano.
“Sta succedendo qualcosa di esplosivo”
Il giornalista Luigi Grimaldi, che da settimane segue da vicino l’evoluzione del caso, ha parlato apertamente di “qualcosa di esplosivo” in corso nelle ultime ore, con perquisizioni disposte in serata anche presso gli uffici di alcuni magistrati bresciani. Sui social, Grimaldi scrive: “L’inchiesta Clean non è solo una storia di corruzione, ma un’operazione che rischia di riscrivere la mappa dei poteri interni alla magistratura lombarda”.
Una definizione che rende l’idea del clima di tensione e delle potenziali ricadute di un’indagine che sembra solo all’inizio. Le procure coinvolte – Milano, Pavia e Brescia – mantengono il massimo riserbo, ma diverse fonti giudiziarie parlano di nuovi nomi e nuovi capi di imputazione attesi nelle prossime settimane.
Un’inchiesta che può cambiare gli equilibri
Se confermate, le ipotesi di intrecci tra l’inchiesta Clean e il caso Garlasco potrebbero riaprire vecchie ferite della giustizia pavese, da anni al centro di controversie mediatiche e giudiziarie. Una storia che intreccia potere, favori e silenzi istituzionali e che rischia di allargarsi a un livello nazionale.
Per ora, la sensazione è che questo “nuovo terremoto giudiziario” non sia che l’inizio. Brescia, ancora una volta, sembra destinata a diventare l’epicentro di una delle inchieste più delicate degli ultimi anni.