Il destinatario degli sms rompe il silenzio: “Frase travisata, nessun complotto”
Nel pieno rilancio mediatico del caso Chiara Poggi, torna alla ribalta uno degli elementi più discussi degli ultimi mesi: i messaggi vocali che Paola Cappa, cugina della vittima, avrebbe inviato nel tempo a un amico contenenti riferimenti diretti a Alberto Stasi, ex fidanzato della ragazza e condannato per l’omicidio.
In particolare, la frase “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi” aveva generato forti sospetti su un possibile tentativo di depistaggio da parte delle due cugine.
Ora però, a fare chiarezza, è intervenuto proprio l’uomo che quei vocali li ha ricevuti: Francesco Chiesa Soprani, ex manager nel mondo dello spettacolo. In un’intervista a la Repubblica, ha spiegato come quella frase sia stata completamente decontestualizzata e fraintesa.
“Era solo un’etichetta – ha dichiarato – un titolo che avevo messo io a uno dei file vocali per ricordarmi il contenuto. Ma non sono parole di Paola. Sono parole mie, da memo.”
Come nacquero quei messaggi: “Era il giorno del Dna di Sempio”
Chiesa Soprani racconta che tutto risale al giorno in cui i media parlarono del prelievo del DNA ad Andrea Sempio, oggi indagato per concorso in omicidio. Vediamo nel dettaglio il suo racconto e cosa si cela dietro a quei messaggi che stanno facendo discutere.