“Guerrina è viva”: cosa si scopre dopo 11 anni
A distanza di undici anni dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia, il suo caso continua a sollevare questioni legali e burocratiche che sembrano non trovare soluzione.
Nonostante la giustizia italiana abbia stabilito che la donna sia stata uccisa da padre Graziano, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Per questo motivo, per l’anagrafe Guerrina è ancora ufficialmente in vita, bloccando così anche il trasferimento dei suoi beni agli eredi.
Dal punto di vista legale, la situazione si presenta paradossale: il tribunale ha condannato in via definitiva l’ex sacerdote congolese Gratien Alabi, ma l’assenza di un certificato di morte impedisce di chiudere il capitolo burocratico della vita di Guerrina. In altre parole, anche se tutti sanno che la donna è deceduta, senza un documento ufficiale che lo attesti, il suo status anagrafico rimane sospeso in un limbo.
Il caso Guerrina Piscaglia: un mistero ancora irrisolto
Guerrina Piscaglia scomparve il primo maggio del 2014 a Cà Raffaello, una piccola frazione del comune di Badia Tedalda, in provincia di Arezzo. All’epoca dei fatti aveva 49 anni, era sposata con Mirko Alessandrini e madre di un figlio, Lorenzo. Quel giorno, Guerrina uscì di casa con l’intento di incontrare padre Graziano, un religioso di origine congolese che operava nella comunità locale. Da quel momento di lei non si seppe più nulla.
Secondo quanto emerso dalle indagini e poi sancito dalle sentenze dei vari gradi di giudizio, fu proprio Gratien Alabi a uccidere Guerrina e a far sparire il suo corpo, rendendone impossibile il ritrovamento. Nonostante la condanna a 25 anni di reclusione, confermata anche dalla Cassazione, l’assenza del cadavere complica ancora oggi la definizione amministrativa della morte della donna.
Il problema del certificato di morte e delle pratiche bancarie
L’assenza del corpo ha conseguenze non solo emotive ma anche pratiche e legali. Ad esempio, il conto corrente bancario intestato a Guerrina Piscaglia non può essere chiuso né i risparmi possono essere trasferiti agli eredi. L’istituto di credito, come da regolamento, ha richiesto ai familiari il certificato di morte per procedere con le pratiche di successione. Tuttavia, questo documento non esiste perché, senza il ritrovamento del corpo o di resti umani riconducibili alla donna, non può essere rilasciato.
Come riportato dal “Corriere di Arezzo”, Guerrina risulta “sparita” dai registri dell’anagrafe nazionale, dato che il suo codice fiscale è stato annullato, ma formalmente non risulta deceduta. Un’anomalia che lascia la famiglia in una situazione di profonda incertezza e che costringe i suoi cari a confrontarsi con la complessa procedura della dichiarazione di morte presunta.