La decisione ha sorpreso gli osservatori: sulla carta, la maggioranza favorevole alla revoca sembrava ampia, anche perché il Partito Popolare Europeo – il gruppo più numeroso – aveva deciso di appoggiare la richiesta ungherese. Ma i franchi tiratori hanno ribaltato il risultato all’ultimo momento.
Il centrodestra: “Un precedente pericoloso”
Dal centrodestra non sono mancati commenti durissimi. Alcuni eurodeputati di Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno denunciato che questa decisione rappresenti un precedente pericoloso, perché per la prima volta l’immunità copre reati commessi prima dell’elezione a deputato europeo. “Si rischia di legittimare la violenza politica”, ha commentato un parlamentare del PPE.
Le parole di Mario Mantovani (FdI)
“Chiedo un sussulto di orgoglio a difesa dei diritti previsti dall’ordinamento democratico”, aveva dichiarato poco prima del voto Mario Mantovani, di Fratelli d’Italia. “La Salis è accusata di atti criminali e violenti contro persone che avevano la sola colpa di pensarla diversamente”.
Il voto segreto e gli equilibri politici interni
Dietro la conferma dell’immunità, secondo fonti parlamentari, ci sarebbe stato un intenso lavoro diplomatico tra gruppi politici di sinistra, verdi e liberali. “La sorte della Salis è diventata merce di scambio politica”, scrive il Giornale, sottolineando come il voto segreto abbia permesso ai franchi tiratori di spostare gli equilibri in extremis.
Ilaria Salis: “Pronta a farmi processare in Italia”
Nelle scorse settimane, la stessa Ilaria Salis aveva dichiarato di essere disposta a farsi processare in Italia, sostenendo che in Ungheria non avrebbe ricevuto un processo equo. “Lì – aveva spiegato – sarei condannata in partenza per motivi politici”. Ora la deputata potrà continuare a esercitare il suo mandato, ma resta aperta la battaglia giudiziaria sulla competenza territoriale del processo.
Un voto che divide l’Europa
Il caso Salis continua a spaccare il Parlamento europeo tra chi parla di difesa dei diritti civili e chi denuncia un uso politico dell’immunità. Per il momento, però, il verdetto è chiaro: Ilaria Salis è salva. Ma la distanza tra Roma, Budapest e Strasburgo, anche sul piano politico, non è mai sembrata così grande.