Dall’altra parte, esponenti della sinistra e sostenitori di Salis hanno accolto con favore la decisione, definendola un segnale forte a tutela della funzione parlamentare e della libertà politica di rappresentanza.
Il dibattito pubblico
Sui social network il tema ha immediatamente catalizzato l’attenzione: migliaia di commenti a favore e contro hanno riacceso il confronto su responsabilità personale e protezione politica. Per alcuni, il voto rappresenta la garanzia che l’Unione europea non lasci i suoi deputati in balia di governi nazionali illiberali. Per altri, rischia di trasformarsi in uno scudo per evitare la giustizia.
Verso il voto del 7 ottobre
La partita però non è chiusa. Il dossier approderà all’Aula del Parlamento europeo il prossimo 7 ottobre, quando i deputati si esprimeranno a maggioranza semplice. Sarà un voto decisivo per stabilire se l’immunità di Salis resterà intatta o se l’eurodeputata dovrà affrontare il processo in Ungheria. L’esito dipenderà soprattutto dal comportamento del Partito Popolare Europeo, che con i suoi numeri può spostare gli equilibri.
Il caso Salis si conferma così non solo una vicenda giudiziaria internazionale, ma anche un terreno di scontro politico e simbolico che tiene con il fiato sospeso Bruxelles e Roma.