Infarto e aritmie, il mattino è il momento più pericoloso: ecco perché il rischio aumenta tra le 7 e le 12
Il nostro corpo segue ritmi biologici precisi, regolati da un orologio interno che scandisce le funzioni vitali in base al ciclo luce-buio. Questi ritmi, chiamati circadiani, influenzano anche la salute del cuore. È per questo che il mattino rappresenta una fascia oraria critica per l’apparato cardiovascolare. Secondo numerosi studi, infatti, esiste un picco di rischio di infarto miocardico e aritmie cardiache tra le 7 e le 12.
Il ruolo del sistema nervoso: tra parasimpatico e simpatico
Durante la notte, mentre dormiamo, il nostro corpo rallenta. Entra in funzione il sistema nervoso parasimpatico, che ha il compito di ridurre la frequenza cardiaca e abbassare la pressione arteriosa. È una fase di recupero in cui il cuore lavora meno e si rigenera.
Al risveglio, però, tutto cambia improvvisamente: entra in azione il sistema nervoso simpatico, responsabile della risposta “attacco o fuga”. Questo comporta un rapido aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, rendendo il cuore più vulnerabile a eventi ischemici o aritmici.
Lo studio olandese e i dati scientifici
Un gruppo di ricerca guidato da Ilse K. Kelters del Department of Cardiology and Division of Heart and Lungs dell’University Medical Center di Utrecht ha analizzato decine di studi sui ritmi circadiani e il loro impatto sulle malattie cardiovascolari, pubblicando i risultati sull’European Heart Journal.
I dati indicano chiaramente che il maggior numero di infarti si verifica al mattino. Le cause non sono solo legate allo stress della ripartenza quotidiana, ma anche a meccanismi biologici profondi che agiscono a livello ormonale e neurologico.