lunedì, Settembre 29

Intercettazioni choc di Sempio: cosa diceva al padre

Questa registrazione, come altre, venne trascritta in maniera incompleta o fu addirittura omessa durante le prime fasi investigative. Oggi, invece, è stata recuperata e rivalutata dagli inquirenti, che hanno deciso di riaprire i fascicoli e ricontrollare punto per punto tutte le carte.

“Erano dalla mia parte”

Un’altra intercettazione riguarda la permanenza di Sempio a casa Poggi. La trascrizione ufficiale si interrompe con una frase troncata, lasciando irrisolta la spiegazione di Sempio. Il riascolto, invece, mostra che egli ribadisce lo stesso concetto: «Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia parte».

Il giorno successivo, parlando con un amico, Andrea rafforza ancora di più la sua convinzione:

«Abbastanza dalla nostra parte, tra virgolette. Si vede che anche loro c’hanno voglia di finirla in fretta».

Parole che oggi risultano particolarmente significative, considerando che l’inchiesta non prevedeva perquisizioni, non disponeva l’analisi comparativa del DNA e limitava le intercettazioni a soli quindici giorni. Un periodo troppo breve per indagare a fondo su un omicidio tanto complesso.

La Procura di Pavia riapre il fascicolo

La Procura di Pavia, con il procuratore Fabio Napoleone e l’aggiunto Stefano Civardi, ha deciso di riprendere in mano quelle registrazioni. L’obiettivo è correggere errori, omissioni e verificare se ci siano stati condizionamenti o sottovalutazioni nelle fasi iniziali dell’inchiesta.

Il caso di Garlasco ha sempre avuto una grande risonanza mediatica, e queste nuove intercettazioni dimostrano che non tutto era stato riportato con la necessaria precisione. Si tratta di un passaggio fondamentale che potrebbe riaprire prospettive investigative rimaste in sospeso.

I dialoghi con il padre

Il 21 febbraio 2017, Sempio torna a parlare con il padre Giuseppe. In quell’occasione, quest’ultimo gli riferisce:

«L’unica cosa che ha detto Lovati è che gira voce da Tizzoni che è in fase d’archivio… però non sappiamo niente di preciso»..

Il riferimento è a Massimo Lovati, avvocato di Sempio, che in passato lo aveva descritto con parole dure, definendolo un «comunista disadattato». Tizzoni, invece, è il legale della famiglia Poggi, da sempre in prima linea per ottenere piena giustizia per Chiara.

I ricordi personali e il dolore per un amico

Accanto alle conversazioni intercettate, emergono anche monologhi di Andrea Sempio. Nei giorni precedenti, tra il 14 e il 16 febbraio, il giovane riflette più volte sul suicidio dell’amico Michele Bertani, trovato senza vita nel marzo 2016.

«Quello che era il mio più grande amico per anni, che siamo cresciuti insieme… dagli zero ai diciotto anni è stato il mio più grande amico, abbiamo fatto tutte le cavolate insieme», ricorda Sempio con nostalgia e dolore. Poi, con rabbia e incredulità, aggiunge: «Che ti impicchi a fare? Di tutte le cose che potevi fare nella tua vita, proprio impiccarti? Vattene in comunità, sarà dura ma almeno ne esci».

Queste parole mostrano un lato personale e fragile dell’indagato, lontano dalle dinamiche investigative, ma che restituisce l’immagine di un giovane provato da lutti e tensioni.

Un caso che non smette di far discutere

A distanza di anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco rimane uno dei più controversi della cronaca italiana. Le nuove intercettazioni di Andrea Sempio, con frasi come «erano dalla nostra parte» e «vogliono finirla in fretta», sollevano interrogativi sulla serietà e completezza delle prime indagini.

Oggi, la riapertura del fascicolo e la revisione delle trascrizioni offrono una nuova occasione per fare chiarezza. Per la famiglia Poggi, che da anni chiede giustizia, ogni dettaglio ritrovato potrebbe rappresentare un passo avanti verso la verità.

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