Il post di Salis ha spaccato la bolla social: c’è chi condivide la denuncia contro «una Milano patinata ma più povera», e chi risponde con sfottò e domande provocatorie. Tra i commenti più ricorrenti: dove AVS terrà ora la festa di settembre che era stata annunciata nei locali di via Watteau, e se il “lodo Leonka” possa valere anche per realtà antagoniste di segno opposto come CasaPound. Il tono, tra sarcasmo e polemica, conferma quanto il Leoncavallo resti un totem divisivo del dibattito cittadino.
Cosa succede adesso
Con lo sgombero eseguito, si apre il capitolo del riuso dell’area e dell’eventuale ricollocazione delle attività sociali. Sullo sfondo tornano i nodi storici: equilibri tra legalità e spazi autogestiti, politiche giovanili e culturali, e il ruolo del Comune nelle transizioni d’uso di luoghi simbolo come il Leoncavallo.