Secondo quanto emerso, la mattina del 4 ottobre, Bianchi avrebbe incontrato Dassilva proprio nel garage teatro dell’omicidio, poche ore prima del ritrovamento del cadavere di Pierina. Il 35enne le avrebbe dato indicazioni su come comportarsi con il 118 e con la Polizia al momento della scoperta del corpo.
Le intercettazioni e il ruolo di Valeria Bartolucci
Un altro elemento centrale nell’inchiesta è rappresentato da una nuova intercettazione riguardante Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva. La donna avrebbe pronunciato frasi che incrinano la versione difensiva dell’uomo, contribuendo a minare ulteriormente il suo alibi.
Nonostante questo, Bartolucci continua a difendere a spada tratta il marito: «So chi ha ucciso Pierina e non è Louis», avrebbe ribadito più volte. Il clima attorno al caso si fa dunque sempre più teso, con i familiari della vittima che chiedono giustizia e l’imputato che lotta per provare la sua innocenza.
La protesta di Dassilva: un gesto disperato
Lo sciopero della fame intrapreso da Louis Dassilva è un gesto che mira a richiamare l’attenzione su una detenzione che ritiene ingiusta. È una protesta estrema, spesso scelta dai detenuti per manifestare il proprio disagio e la propria disperazione, sperando di rompere il muro di silenzio attorno alla loro situazione.
Adesso si attende la decisione del Tribunale del Riesame di Bologna, che dovrà valutare le nuove istanze difensive. La battaglia legale di Dassilva è tutt’altro che chiusa e il caso di Pierina Paganelli continua a far discutere tutta l’Italia.
Un processo ancora tutto da scrivere
Il delitto di via del Ciclamino resta avvolto nel mistero. Louis Dassilva, con il suo sciopero della fame, rilancia la sua lotta per essere ascoltato e per vedere riconosciuta, come sostiene, la sua innocenza. Ma saranno le prove, i riscontri scientifici e le testimonianze a scrivere l’ultima parola su questa vicenda che, a distanza di mesi, continua a scuotere Rimini e l’opinione pubblica nazionale.