Il razzo che esplode: metafora del fallimento
Il cuore del discorso arriva con una metafora tagliente: “Ti scrivo con la tenerezza con cui si guarda un razzo dei tuoi che decolla… e poi esplode”. Un’immagine potente che sintetizza in poche parole il giudizio sarcastico della comica sulle recenti uscite pubbliche e sui progetti andati male del magnate americano.
Proprio nel contesto di una presunta uscita di Musk da un ruolo di consigliere nell’orbita trumpiana, Luciana esclama: “Vai, Mask, vai a cercare fortuna altrove. Sarebbe un piccolo passo indietro per te, ma un grande sospiro di sollievo per l’umanità”. Una parafrasi pungente della celebre frase di Neil Armstrong, che qui assume toni di ironia politica.
Da eroe della mobilità elettrica a figura controversa
Littizzetto prosegue sottolineando come in pochi mesi Musk sia riuscito a passare dall’essere un idolo dell’innovazione a un personaggio inviso a molti: “In due mesi sei diventato l’uomo più odiato del pianeta. Complimenti!”. Ricorda anche il crollo del patrimonio personale di Musk – una perdita stimata in 137 miliardi di dollari – paragonandolo con umorismo al fallimento Parmalat.
Non risparmia neanche le sue creature tecnologiche più famose: “Ce l’hai fatta a farci odiare le auto elettriche. Una volta la Tesla era la macchina più cool del pianeta, ora non la vuole nemmeno Fratoianni”. Con una battuta che mescola attualità politica e ironia sociale, Littizzetto colpisce ancora nel segno.
Il saluto “ginnico” e il figlio “spaziale”
Tra un colpo d’ironia e una battuta al vetriolo, la comica torinese ricorda anche alcuni dei momenti più assurdi legati alla figura pubblica di Musk: il suo famoso “braccio teso” che ha fatto discutere, ma che – ironizza Littizzetto – “in realtà era solo ginnastica”, e l’aneddoto immaginario in cui porta il figlio X Æ A-12 (che lei chiama “XYZ”) alla Casa Bianca a incollare le caccole sotto la scrivania di Trump.
Proposte (ironiche) per un futuro lontano dalla politica
Poi, con tono beffardo ma non privo di una certa amarezza, arriva il consiglio per il futuro di Musk: “Non venire in Italia a venderci satelliti, che non abbiamo neanche un euro”, e aggiunge, sempre con sarcasmo: “Riduci la ketamina, pensa ai tuoi figli e, se ti annoi, impiantati un chip nel cervello per vedere tutte le puntate di Mare Fuori dalla cornea”.
Queste frasi non sono solo semplici battute: rappresentano una critica alla direzione presa da Musk negli ultimi anni, tra scelte discutibili, provocazioni sui social e dichiarazioni controverse.
Il social dell’odio e l’illusione della salvezza globale
Luciana conclude il suo monologo con un invito, velato di ironia ma anche carico di significato: “Controlla il tuo social. È pieno di razzisti, xenofobi, violenti, sessisti. Fai un po’ di pulizia”. Un riferimento diretto a come, secondo molti osservatori, l’acquisizione di Twitter da parte di Musk abbia coinciso con un peggioramento del clima di dialogo sulla piattaforma.
E infine il consiglio finale: “Dimettersi non è una sconfitta, è un’opportunità. Potrai costruire razzi che non esplodono in 15 secondi e fare torri di posate tutto il giorno”. Una chiusura che richiama lo stile della Littizzetto: dolceamaro, brillante e insieme dissacrante.