In Ucraina è esploso uno dei più grandi scandali di corruzione degli ultimi anni, una rete criminale operante nei settori dell’energia e della difesa che avrebbe gestito un sistema di tangenti, fondi estorti e riciclaggio per un valore stimato in circa 100 milioni di dollari.
L’operazione è stata annunciata dalla NABU (Agenzia nazionale anticorruzione) e dalla SAP dopo 15 mesi di indagini, culminate con ben 70 perquisizioni in diverse abitazioni e uffici di alto livello.
Le perquisizioni e il materiale trovato: contanti e bagni d’oro
Gli investigatori hanno ottenuto migliaia di ore di intercettazioni che documenterebbero l’attività dell’organizzazione. Tra il materiale sequestrato, la NABU ha diffuso immagini di sacchi pieni di banconote in dollari ed euro e bagni placcati d’oro, simbolo del lusso sfrenato ottenuto attraverso i fondi sottratti alla società pubblica Energoatom, responsabile dell’energia nucleare ucraina.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, l’organizzazione avrebbe estorto denaro a subappaltatori e partner legati ai progetti energetici strategici, deviando ingenti somme verso conti e beni personali.
Energoatom collabora, il governo chiede trasparenza
La società Energoatom ha confermato di essere stata oggetto di una perquisizione, dichiarando piena collaborazione con le autorità. La ministra dell’Energia Svitlana Grintchouk ha ribadito l’importanza di indagini «trasparenti», sottolineando però che ogni accusa contro il settore energetico è particolarmente delicata mentre il Paese affronta un nuovo inverno sotto attacchi russi.
L’indagine arriva in un periodo di tensione politica: la legge approvata a luglio avrebbe posto NABU e SAP sotto la supervisione del procuratore generale nominato dal presidente Zelensky, una riforma contestata da società civile e Unione europea.
Coinvolto un alleato di Zelensky e un ministro



















