domenica, Agosto 17

Ucraina, Meloni: «Finalmente uno spiraglio per la pace». Cosa succede dopo il vertice Trump–Putin

Questi i paletti: solo l’Ucraina può negoziare su condizioni e territori; all’Europa spetta il compito di accompagnare il processo con garanzie concrete, dalla sicurezza alle ricostruzioni. Parole che si inseriscono nella cornice di un sostegno «incrollabile» a Kiev e nella volontà di mantenere la pressione su Mosca finché non si apriranno spiragli reali verso un accordo sostenibile.

Sanzioni, aiuti e sicurezza: cosa c’è sul tavolo

La “coalizione dei volenterosi” europea conferma la disponibilità a nuove misure economiche contro l’economia di guerra russa, parallelamente al rafforzamento delle forniture militari e delle security assurances per Kiev. Sul piano diplomatico, il possibile trilaterale viene immaginato come uno step intermedio, non sostitutivo del ruolo ucraino: ogni ipotesi di cessazione delle ostilità dovrà essere ancorata a garanzie verificabili e a un percorso che non comprometta l’integrazione euro-atlantica dell’Ucraina.

I prossimi passi: Zelensky a Washington e la partita del trilaterale

Con l’arrivo di Zelensky negli Stati Uniti, il dossier entra nella fase operativa: esplorare un formato a tre che, con il supporto europeo, provi a trasformare il “contatto” politico in un canale negoziale stabile. Resta però la prudenza: dal summit di Anchorage non è emersa un’intesa sostanziale e sul terreno i combattimenti continuano. La differenza, oggi, è la cornice: una finestra diplomatica si è aperta. Quanto resterà davvero spalancata dipenderà dalla capacità delle parti di trasformare gli annunci in impegni verificabili.

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