sabato, Agosto 2

Roberto Occhiuto si dimette e si ricandida: cosa succede ora

L’ex presidente della Regione ha infatti sostenuto un interrogatorio la scorsa settimana, definendosi poi «soddisfatto e molto sollevato» all’uscita dalla Procura. «Non ho nulla da temere», ha ribadito anche nel suo messaggio video.

L’attacco ai “politici di secondo piano” e il blocco dell’amministrazione

Nel suo intervento, Occhiuto ha puntato il dito contro «politici di secondo piano» e «odiatori» che, a suo dire, «sperano nel fallimento della Calabria» e «utilizzano l’inchiesta come clava politica». La decisione di dimettersi, spiega, nasce anche dal blocco decisionale all’interno della Regione: «Nessuno firma più nulla, tutti pensano che andrà a finire come le esperienze precedenti». Un clima di sfiducia e immobilismo che, secondo lui, mette a rischio i progetti in corso.

La Calabria non può più permettersi stalli politici

Occhiuto ricorda come negli ultimi trent’anni, in Calabria, «ogni presidente finiva coinvolto in un’inchiesta nell’ultimo anno di legislatura» e veniva «politicamente decapitato», paralizzando la Regione. «Questa volta non sarà così. La Calabria – sottolinea – ha avviato un percorso di rilancio e non può più permettersi di restare in ginocchio».

Una mossa che scuote Forza Italia

Le dimissioni arrivano alla vigilia della convention di Forza Italia prevista a Reggio Calabria dal 1° al 3 agosto. All’evento parteciperanno il segretario nazionale e ministro degli Esteri Antonio Tajani, altri ministri, sottosegretari e parlamentari azzurri. La tre giorni sul Sud si preannuncia ora come una vetrina decisiva per il futuro politico di Occhiuto e della Regione.

Con questa mossa, il governatore si mette nuovamente in gioco, trasformando l’indagine in un banco di prova politico ed elettorale, nel quale saranno i cittadini a stabilire il verdetto finale.

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