Le elezioni regionali di novembre 2025 in Veneto, Campania e Puglia rappresentano un banco di prova cruciale per gli equilibri politici nazionali. Tra conferme, sorprese e tensioni nelle coalizioni, la tornata del 23 e 24 novembre offrirà un’istantanea sullo stato d’animo del Paese e sulla forza dei principali schieramenti.
Secondo le ultime analisi di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista, la partita si gioca su tre fronti molto diversi.
Veneto: Stefani verso un plebiscito
Nel Veneto, come riporta Affari Italiani, il centrodestra corre spedito verso una vittoria netta. I dati dell’istituto Tecnè–DiRE collocano la coalizione tra il 60% e il 64%, contro il 36–40% del centrosinistra. Il candidato Alberto Stefani, 33 anni, deputato della Lega e segretario regionale del partito, è considerato l’erede politico di Luca Zaia e gode del pieno appoggio di Matteo Salvini. Il suo profilo giovane, ma già ben radicato nel territorio, rappresenta la continuità del modello “veneto” di governo.
Il centrosinistra, diviso e privo di una figura carismatica, parte da una posizione di forte svantaggio. Tutti gli indicatori lasciano prevedere un trionfo di Stefani, che consoliderebbe l’egemonia del centrodestra nel Nord Italia e rafforzerebbe il peso della Lega nel governo nazionale.
Campania: Fico avanti ma non sicuro
Ben diversa la situazione in Campania, dove Roberto Fico (PD–M5S) deve affrontare una sfida molto più serrata contro Edmondo Cirielli (FdI, sostenuto da Forza Italia e Lega). Secondo un sondaggio Istituto Piepoli, Fico raccoglie il 56% tra gli elettori di sinistra, ma un rilevamento alternativo di Affari Italiani riduce il margine a un possibile testa a testa: Fico 50% – Cirielli 47%.
L’ex presidente della Camera si presenta come garante del “campo largo” progressista, sostenuto da PD e M5S. Il centrodestra, pur compatto, fatica a competere con il radicamento e l’immagine istituzionale di Fico. Tuttavia, la regione resta aperta: l’ombra del voto disgiunto e un possibile astensionismo elevato potrebbero rendere il risultato incerto fino all’ultimo momento. La previsione è di una vittoria probabile ma non scontata per Fico.
Puglia: Decaro domina con consenso record
In Puglia, invece, la corsa appare già decisa. Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e figura di punta del centrosinistra, guida con margini larghissimi. Un sondaggio Winpoll lo accredita al 52%, mentre un’altra rilevazione Yoodata–Gazzetta del Mezzogiorno lo spinge addirittura al 69% di gradimento. Il candidato del centrodestra, Luigi Lobuono, imprenditore civico, resta molto distaccato (intorno al 38%).
Decaro è percepito come l’erede naturale del modello Emiliano: amministratore pragmatico e vicino ai cittadini, capace di unire PD, M5S, Verdi e civici. Tutti i sondaggi concordano nel prevedere una vittoria schiacciante e una conferma della leadership progressista nel Sud.
Nord e Sud, due Italie politiche
Il quadro complessivo disegna un’Italia ancora spaccata lungo la linea Nord–Sud: il centrodestra conferma la propria egemonia nelle regioni settentrionali, mentre il centrosinistra mantiene salde le sue roccaforti meridionali. Veneto e Puglia sembrano già decise, mentre la Campania rimane la vera incognita politica del voto.
L’incognita dell’astensionismo
Secondo Amadori, resta aperta la questione della partecipazione al voto. In Veneto gli indecisi raggiungono quasi il 50%, un dato che potrebbe spostare i risultati finali. In generale, l’astensionismo rischia di ridurre la portata simbolica di queste elezioni, pur restando un termometro importante dei sentimenti politici nazionali.
«Le regionali – conclude Amadori – non risolveranno le questioni nazionali, ma offriranno una finestra significativa sullo stato d’animo del Paese e sulla fiducia nei leader locali».





















