lunedì, Agosto 25

La rivoluzione silenziosa di Papa Leone XIV: verso l’era Prevost, Zuppi e Gambetti nel mirino

I primi cento giorni del nuovo Pontefice

Affabile, poliglotta e riflessivo, Papa Leone XIV si è presentato come un pontefice in continuità con il predecessore Bergoglio. Eppure, dietro i suoi modi pacati, si cela una visione chiara e determinata. In appena cento giorni dall’elezione, il 267° successore di Pietro ha ascoltato cardinali e capi dicastero, senza sbilanciarsi apertamente. Ma i suoi silenzi – raccontano fonti interne – sono tutt’altro che neutri: Leone ha già deciso chi resterà al suo fianco e chi, invece, verrà accompagnato fuori di scena.

Un prelato vicino al pontefice lo descrive con parole forti: “È un rebus avvolto in un mistero dentro un enigma”. Una frase che rende bene l’idea di un Papa che si mostra mite, ma che sta già rivoluzionando gli equilibri vaticani.

Zuppi, il primo a lasciare

Il primo nome destinato a non essere confermato è quello del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Apprezzato da Bergoglio, Zuppi ha commesso passi falsi che non sono piaciuti al nuovo pontefice. Dalla partecipazione a un dibattito pubblico con dichiarazioni giudicate fuori luogo, fino alla lunga lettura dei nomi dei bambini uccisi a Gaza durante una celebrazione, il suo operato ha suscitato irritazione in Leone XIV, impegnato a mantenere un ruolo centrale della Santa Sede nella mediazione per il Medio Oriente. La sostituzione avverrà alla scadenza naturale del mandato, nel maggio 2027.

Il ridimensionamento dei francescani

Altro fronte delicato riguarda la comunità francescana, che sotto Bergoglio aveva acquisito un peso crescente in Vaticano. Vediamo tutti i dettagli nella prossima pagina.

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