venerdì, Settembre 5

Ponte sullo Stretto, brutte notizie per Salvini: il colpo di scena

A luglio il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco aveva parlato di coerenza con le linee guida Nato ed europee in tema di sicurezza integrata. Anche Antonio Tajani, ministro degli Esteri, aveva definito il ponte uno strumento per garantire la sicurezza e rafforzare le capacità difensive del Paese.

Con la smentita americana, però, quella narrativa si è incrinata, aprendo spazi di polemica interna e rafforzando i dubbi delle opposizioni.

Le critiche dell’opposizione

Il Movimento 5 Stelle ha accusato il governo di voler inserire il ponte tra le spese militari solo per facilitare il raggiungimento del 5% del Pil in Difesa, come chiesto da Donald Trump. La finanza creativa di questo governo ha trovato le porte chiuse dagli amici americani, ha dichiarato la senatrice Ketty Damante, parlando di “ennesima figuraccia internazionale”.

L’opposizione denuncia inoltre che i costi ricadranno interamente sui cittadini, sottraendo risorse a sanità, istruzione e altre infrastrutture prioritarie.

Un’opera tra politica e diplomazia

Lungo 3,3 chilometri, il Ponte sullo Stretto continua a dividere l’opinione pubblica. Per i sostenitori è un’infrastruttura chiave per modernizzare l’Italia, per i detrattori un investimento sproporzionato e vulnerabile in caso di conflitto. Il mancato sostegno Nato ha mostrato i limiti della strategia italiana nel cercare di agganciare un’opera interna a obiettivi militari internazionali.

Ora il governo dovrà dimostrare di saper portare avanti il progetto contando solo su fondi nazionali, mentre restano aperti i dubbi politici e diplomatici sull’utilità e la sostenibilità dell’opera.

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