Il richiamo americano non arriva a caso. Negli ultimi anni la Nato ha affrontato un quadro geopolitico sempre più complesso: dalla guerra in Ucraina alle tensioni con la Russia, fino al crescente peso della Cina nello scenario globale. In questo contesto, gli Stati Uniti – che da soli coprono gran parte del bilancio militare dell’Alleanza – chiedono con forza agli alleati europei di aumentare il loro impegno economico.
Per Washington, non basta che i governi annuncino l’aumento delle spese militari: serve che questi investimenti si traducano in maggiore capacità operativa, in modernizzazione degli armamenti, in addestramento delle forze armate e in infrastrutture effettivamente strategiche.
L’inserimento di opere civili come il Ponte sullo Stretto rischierebbe di minare la credibilità degli sforzi europei, dando l’impressione di voler “truccare i conti” piuttosto che rafforzare davvero la difesa comune.
Le critiche interne in Italia
Il dibattito non riguarda solo i rapporti con gli Stati Uniti, ma divide anche il panorama politico italiano. Alcuni esponenti della maggioranza sostengono che l’inclusione del Ponte sullo Stretto nelle spese Nato sia legittima, vista la rilevanza strategica dell’opera per il Mediterraneo. Altri, invece, giudicano questa lettura poco credibile e potenzialmente dannosa per l’immagine del Paese a livello internazionale.
Anche le opposizioni hanno colto la palla al balzo, accusando il governo di voler piegare i vincoli Nato per giustificare una spesa pubblica controversa e da anni al centro di polemiche. In molti sottolineano che la vera priorità dovrebbe essere l’ammodernamento delle forze armate, la cybersecurity e l’innovazione tecnologica, piuttosto che grandi opere dal valore militare solo indiretto.
L’importanza della trasparenza nella spesa militare
Il richiamo statunitense mette in luce un tema più ampio: la necessità di trasparenza e coerenza nella gestione dei fondi per la difesa. Negli ultimi decenni, diversi Paesi Nato hanno faticato a raggiungere gli obiettivi di spesa prefissati, provocando irritazione negli Stati Uniti, che continuano a sostenere il peso principale della sicurezza occidentale.
Per questo motivo Washington chiede che ogni euro dichiarato nelle statistiche Nato corrisponda a un reale investimento nel settore militare. Un requisito che, se rispettato, permetterebbe di rafforzare la fiducia reciproca tra gli alleati e di dimostrare alla Russia e ad altri attori ostili che l’Alleanza è compatta e pronta a difendere i propri valori.