Giovani in fuga e cervelli in esilio
Landini punta il dito anche contro il fenomeno dell’emigrazione giovanile, che sta svuotando il Paese di competenze e futuro. “Dal 2011 al 2023 – afferma – più di 550.000 giovani italiani hanno lasciato il Paese. Di questi, il 43% è laureato. Cosa trovano in Italia? Solo contratti precari e stipendi da fame”.
Questo esodo rappresenta un vero e proprio allarme sociale. Il sindacalista accusa il governo di aver ampliato la precarietà lavorativa invece di combatterla. Secondo i dati citati, sono in costante aumento i contratti a termine, molti dei quali durano meno di un mese. Non va meglio per chi è assunto con formule part-time non richieste, che impediscono una stabilità economica e personale.
Disoccupazione femminile ai minimi storici europei
La situazione si aggrava ulteriormente se si guarda alla condizione occupazionale delle donne. L’Italia, denuncia Landini, registra il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa. “Non è accettabile – spiega – che nel 2025 ci siano ancora donne costrette a scegliere tra lavoro e famiglia, senza tutele e con pochi strumenti per conciliare i tempi di vita e lavoro”.
Il sindacato chiede misure strutturali per favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro, come politiche di conciliazione più efficaci, maggiori investimenti nei servizi di cura e incentivi per le aziende che promuovono l’occupazione femminile stabile.
L’appello al voto: cambiare rotta attraverso la partecipazione
Infine, Landini invita i cittadini a partecipare attivamente alla vita democratica del Paese. L’appello è rivolto a tutti, ma soprattutto ai lavoratori e ai giovani: “Andate a votare l’8 e 9 giugno. Quei referendum sono l’occasione per cambiare rotta e rimettere al centro la dignità del lavoro”.
Secondo la CGIL, solo un forte coinvolgimento popolare potrà spingere la politica ad ascoltare davvero le istanze del mondo del lavoro. L’obiettivo è ridare senso alla Festa del Primo Maggio, trasformandola da evento simbolico a momento di vera mobilitazione per i diritti.