sabato, Settembre 13

Rai sotto shock, la notizia che cambia tutto su Sigfrido Ranucci: “Non è possibile!”

Il precedente più vicino è quello di Bianca Berlinguer, che dopo aver lasciato Rai 3 ha debuttato su La7 con È sempre Cartabianca. Una strategia che ha consentito di mantenere il legame con il pubblico senza infrangere i vincoli sui marchi registrati.

Le tensioni interne in Rai: il clima difficile

Alla base di questa possibile rottura c’è un rapporto sempre più complicato tra Ranucci e la dirigenza Rai.

Durante un intervento alla festa del Fatto Quotidiano al Circo Massimo, il conduttore non ha nascosto il malessere. Con parole dure ha denunciato un vero e proprio boicottaggio nei confronti del giornalismo d’inchiesta:

“Ci hanno tagliato quattro puntate, eppure il contratto di servizio della Rai prevede di valorizzare il giornalismo d’inchiesta”.

Un’accusa che ha immediatamente sollevato polemiche e acceso i riflettori su una questione annosa: la difficoltà, per la tv pubblica, di garantire indipendenza e libertà di indagine ai suoi professionisti.

La querela del ministro Urso e le polemiche politiche

A complicare ulteriormente il quadro c’è il caso legato al ministro Adolfo Urso. Quest’ultimo, pur essendo firmatario del contratto di servizio che impone alla Rai di sostenere l’inchiesta giornalistica, ha querelato quattro cronisti di Report.

Ranucci ha evidenziato questa contraddizione con un tono polemico, sottolineando come la libertà di stampa venga di fatto messa in discussione. Una posizione che non ha fatto altro che rafforzare le tensioni già esistenti tra il giornalista e la governance Rai.

La7 e la nuova casa del giornalismo d’inchiesta?

Se davvero Ranucci dovesse compiere il grande passo, La7 si confermerebbe ancora una volta come la rete più accogliente per i professionisti del giornalismo critico e indipendente.

Negli ultimi anni, infatti, l’emittente di Cairo ha attratto diversi volti noti provenienti dalla Rai. Oltre a Bianca Berlinguer, la rete ospita programmi di punta come Piazzapulita di Corrado Formigli e In Onda, che si sono affermati come punti di riferimento per l’approfondimento politico e sociale.

Con l’arrivo di Ranucci, La7 potrebbe compiere un ulteriore salto di qualità, arricchendo la propria offerta con un format di inchiesta di alto livello e dal forte impatto mediatico.

L’impatto per la Rai: una perdita pesante

Per la Rai, invece, si tratterebbe di un duro colpo. Report non è solo un programma storico, ma anche un simbolo della missione di servizio pubblico. L’eventuale addio del suo conduttore metterebbe in discussione la credibilità dell’azienda nel garantire pluralismo e approfondimento.

La tv pubblica dovrebbe affrontare non solo la perdita di una figura carismatica e stimata, ma anche il rischio di vedere calare ulteriormente la fiducia di quella fetta di pubblico che considera l’inchiesta giornalistica un pilastro irrinunciabile.

Un settembre decisivo: attesa per l’annuncio ufficiale

Tutti gli indizi portano a settembre come mese chiave per capire il futuro di Sigfrido Ranucci. Entro poche settimane, infatti, potrebbe arrivare la firma definitiva del contratto con La7 o, in alternativa, una riconciliazione con la Rai, magari accompagnata da nuove garanzie editoriali.

Quel che è certo è che la vicenda non lascia indifferenti: il pubblico, i giornalisti e gli osservatori del settore stanno seguendo con attenzione gli sviluppi di una trattativa che potrebbe riscrivere gli equilibri televisivi italiani.

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