Roberto Saviano, ospite a “Otto e Mezzo” su La7 con Lilli Gruber, ha collegato l’attentato contro le auto di Sigfrido Ranucci a un “clima di delegittimazione” alimentato dalla politica. Il riferimento, seppur senza citazioni dirette, ha chiamato in causa la maggioranza guidata da Giorgia Meloni e l’area di Fratelli d’Italia.
Il j’accuse in diretta
“Quello che la politica sta facendo, soprattutto chi governa, è bersagliare la persona, non il lavoro”, ha detto Saviano. Secondo lo scrittore, la trasformazione del giornalista in “bersaglio pubblico” passa per campagne che puntano su volto e nome, fino a diventare materiale di propaganda. “Report è stato massacrato, non criticato”, ha insistito, distinguendo tra dialettica legittima e delegittimazione personale.
Durante il confronto, Lilli Gruber ha evocato esempi concreti di comunicazione politica centrata su personaggi di area critica al governo; Saviano ha confermato il richiamo a casi reali, legando quella prassi alla costruzione di un clima ostile verso il giornalismo d’inchiesta.
Roberto Saviano parla dell’attentato a Sigfrido Ranucci. #ottoemezzohttps://t.co/gGm9VbPO4X
— Otto e Mezzo (@OttoemezzoTW) October 17, 2025
Il contesto: l’attentato e le reazioni
L’intervento arriva all’indomani dell’esplosione che ha distrutto l’auto di Ranucci e danneggiato quella della figlia, davanti all’abitazione di famiglia a Pomezia. Le prime ricostruzioni parlano di un ordigno artigianale ad alto potenziale; indagini in corso ipotizzano il danneggiamento aggravato con metodo mafioso. Dal mondo politico sono arrivate condanne e solidarietà trasversali, compresa quella della premier Giorgia Meloni e dei vicepremier.
Chi colpisce un giornalista sotto scorta non sta cercando di fermare una persona. Sta lanciando un avvertimento a tutti.
L’attentato a @SigfridoRanucci non nasce oggi: è il frutto di anni di delegittimazione, di campagne mediatiche costruite per isolare, infangare, distruggere… pic.twitter.com/E6YJMiVGrH