Ilaria Salis, il Parlamento Ue conferma l’immunità: il voto decisivo sarà il 7 ottobre
Bruxelles, 23 settembre 2025 – Primo verdetto politico sul caso Ilaria Salis. La commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri) ha respinto, con 13 voti contrari e 12 favorevoli, la relazione che chiedeva la revoca dell’immunità dell’eurodeputata di Alleanza Verdi-Sinistra. Una decisione che di fatto congela la richiesta dell’Ungheria di portarla a processo per presunta aggressione a militanti neonazisti nel febbraio 2023.
Il voto in commissione
La relazione era stata presentata dall’europarlamentare spagnolo Adrián Vázquez Lázara (Ppe), che aveva proposto di togliere l’immunità alla deputata italiana. Secondo il documento, l’immunità parlamentare si applica solo ai reati eventualmente commessi durante l’esercizio del mandato. I fatti contestati a Salis risalirebbero invece a prima della sua elezione, avvenuta nel giugno 2024.
Il voto, segreto, ha però ribaltato le previsioni: la commissione ha bocciato la proposta, evitando per ora che Salis sia esposta al processo in Ungheria. Gli equilibri interni hanno giocato un ruolo chiave, con i partiti di sinistra compatti a favore della deputata e i conservatori schierati per la revoca.
Il prossimo passaggio: il voto in Aula
La decisione definitiva spetterà ora all’Aula del Parlamento europeo, che si pronuncerà con voto a maggioranza semplice, probabilmente il 7 ottobre. Sarà determinante la posizione del Partito Popolare Europeo (Ppe), che da solo conta 188 voti. Se i popolari si schiereranno con le destre, la revoca dell’immunità passerà senza difficoltà. Se invece parte del gruppo voterà con la sinistra, il risultato potrebbe cambiare.
Il rischio per Salis
Se l’immunità venisse revocata, Salis rischierebbe di affrontare il processo in Ungheria, Paese che secondo osservatori internazionali non offre sufficienti garanzie di indipendenza giudiziaria. La deputata, rimasta in carcere per 15 mesi in condizioni durissime prima della sua elezione, ha dichiarato: «Io non voglio sottrarmi al processo, ma non in Ungheria dove la sentenza è già scritta. Voglio essere giudicata in Italia».
Il contesto politico
Il caso di Salis è diventato un terreno di scontro politico tra i gruppi europei. A difenderla, oltre alle sinistre, anche diversi esponenti che denunciano l’uso politico della giustizia da parte del governo ungherese di Viktor Orbán. A favore della revoca, invece, le destre che accusano Salis di voler evitare il processo.
L’esito del voto di ottobre sarà decisivo non solo per il futuro giudiziario della deputata italiana, ma anche per gli equilibri politici a Bruxelles.